ARBITRI A CASA!
L’ultimo torneo under 20 non passerà certo alla storia per i colori azzurri, tuttavia resterà ben impresso nella mente delle tre giacchette nere chiamate a rappresentarci in questa edizione. E questo perché il loro soggiorno in Olanda si è trasformato in una "toccata e fuga" per via delle non buone condizioni atletiche di uno dei tre che ha comportato la bocciatura in blocco e l’immediato ritorno a casa dell’intera spedizione.
Scendendo nei dettagli, è stato il guardalinee VincenzoMitro ad essere giudicato non idoneo, più precisamente sovrappeso, ai controlli effettuati.
La vicenda ha il sapore della beffa doppia; da una parte i "nostri" hanno colpevolmente sottovalutato l’intransigenza della FIFA su tali regole, dall’altra sotto accusa è finito proprio Massimo De Sanctis, il fischietto che dovrebbe rappresentare l’Italia ai Mondiali in Germania il prossimo anno.
Non c’era proprio bisogno per l’Italia, con questi chiari di luna, di una ulteriore picconata alla propria immagine calcistica, tenendo presente che alcuni giorni prima erano già stati rispediti a casa in 13 tra arbitri e guardalinee e ci sarebbe così stato il tempo di correre ai ripari e farsi trovare idonei.
Questa vicenda rilancia alcuni interrogativi. Chi cura l’efficienza fisica degli arbitri? Fin a quale età possono arbitrare? Se Mitro fosse stato professionista le cose sarebbero andate allo stesso modo?
A ben pensarci oltre alle ben note difficoltà tecniche, alla fondamentale saldezza dei nervi che tale attività richiede, dirigere una partita comporta anche un notevole dispendio di energie fisiche. L’arbitro deve sempre seguire l’azione, ora di una ora dell’altra squadra, possibilmente stando vicino al giocatore in possesso palla quel tanto che basta per avere gli occhi puntati sulle fasi cruciali della gara.
A leggere tali considerazioni tornano alla mente alcune tra le più note giacchette internazionali di qualche tempo fa: il francese Vautrot, l’inglese Courtney (che durante una partita in Premier League fu salutato da quel matto di Gascoigne con una strizzatina sui testicoli), il tedesco Pauli ed il nostrano Agnolin. Non si ritirarono certo giovanissimi, Courtney arrivò alla veneranda età di 47 primavere, erano piuttosto corpulenti, insomma non davano l’idea di essere particolarmente atletici; nulla a che vedere con Collina, per intenderci. Eppure riuscivano sempre a seguire la sfera da un capo all’altro del rettangolo verde. È vero che il calcio di oggi è più veloce rispetto a quindici anni fa, sono cambiati i metodi di allenamento, è cambiata l’alimentazione e sono cambiati i calendari, infittendosi notevolmente.
Forse le 18 squadre della Serie A sono troppe per gli arbitri, anche se è difficile credere ad un eccesso di peso dopo una stagione lunga e stressante. Starà sicuramente ridendo Byron Moreno che pure non era un figurino, ma questa è un’altra storia ed infatti siamo tornati a casa noi, non lui. E chissà che penseranno l’abbronzatissimo Cesari, presenza stabile nei salotti Mediaset, il moviolista Longhi o gli ineffabili designatori Pairetto e Baldas. Non è che si tengono in forma smagliante nella speranza di rimettere la divisa?