BENEVENTO, UNA FERRARI SVALUTATA
Talvolta, provare a crescere troppo in fretta e senza avere alle spalle il
feedback necessario può comportare seri problemi per il futuro. Dire che il
Benevento stia pagando l’assurdo finale della passata stagione, quando è
stato scippato della Serie B nella semifinale di ritorno a Crotone, e
conseguenti allusioni allo stretto legame tra la famiglia Vrenna e il clan
Gea di Lucianone Moggi che puntualmente si sprecano, è quantomeno il minimo
per capire cosa stia succedendo del Sannio.
Tanti gli errori commessi quest’estate dal presidente Spatola. A partire da
alcune operazioni di mercato che hanno lasciato più di un dubbio in tifosi
ed addetti ai lavori, per finire alla telenovela sulle dimissioni
presentate poi ritirate da parte di un Corrado Benedetti che, nonostante il
suo proverbiale raziocinio, non sembra capirci più nulla, passando per il
sin troppo frettoloso divorzio con Gino Corrado, con quest’ultimo pronto a
trasferire da Benevento ad Avellino, a mo’ di pacchi postali, gente del
calibro di Vanin, Riccio e, in ultimo, Criaco.
Ne vien fuori un Benevento indebolito, con un presidente assolutamente non
in grado di distinguere più tra amici e nemici, ed una squadra che si avvia
ad un campionato da vivere all’insegna del più totale anonimato. Ed il
malumore della piazza che, ovviamente, non può che salire alle stelle.
Difficile diventa anche ricostruire un’identità tattica dei giallorossi, con
lo stesso Benedetti che, tra infortuni e squalifiche in un gruppo che
dimostra da tempo di avere i nervi a fior di pelle, non riesce quasi mai a
mettere in campo una formazione tipo.
A grandi linee, ciò che si può ipotizzare per il match del San Paolo è un
Benevento piuttosto coperto rispetto al canonico 4-3-3 caro all’ex tecnico
di Pisa e Castel di Sangro. Probabile un più classico 4-4-2, con il tandem
offensivo composto da Molino (profondamente deludente la sua esperienza nel
Sannio in questi due anni) ed il rispolverato Di Nardo a provare
inizialmente a scardinare la retroguardia di Ventura, supportato da un
tandem di esterni formato da Maschio (a destra) e De Liguori, adattato in
qualche modo sul versante mancino. In mediana, il tandem
Menolascina-Giugliano, discreta combinazione tra fosforo e dinamismo.
Dovrebbero partire dalla panchina il gioiellino Cutolo (non meriterebbe più
spazio?) e l’ex Carmelo Imbriani, fino ad oggi quasi un oggetto misterioso
nel marasma generale.
Praticamente fatta la difesa: da destra verso sinistra agiranno capitan
Colletto, Tchangai, Voria e Di Sauro, uno dei pochi elementi davvero in
condizione.