Caos tifosi, è il momento delle decisioni

Il seguente non è il solito appello politically correct a tratti politici e sociali, non servirebbe. Non è possibile, oggettivamente, andare allo stadio nel 2023 e rischiare di uscirne con una mano in meno, insanguinato o non tornare proprio. E’ inaccettabile.

Durante la partita Napoli-Lazio una disposizione della questura di Napoli ha proibito ai tifosi di casa di portare vessilli, bandiere, tamburi e oggetti di tifo, con un serratissimo controllo all’esterno dello stadio. La stessa questura però non ha proibito, né ha evidentemente controllato, i tifosi ospiti (presenti solo se in possesso di tessera del tifoso) di portare fumogeni, bandiere, tamburi e bombe carta. Non è un errore di scrittura, all’interno di uno stadio è stato possibile portare delle bombe carta. Come se fosse una guerra civile, come se fosse una manifestazione violenta, come se non fosse un momento di gioia e spettacolo. Ebbene, durante tutta la partita i “sostenitori” della Lazio hanno lanciato verso la curva A qualsiasi oggetto, tra i quali anche la suddetta bomba carta: questa è stata raccolta da un innocente bambino, presente allo stadio per godere e tifare la sua squadra e per divertirsi, provocandogli una pericolosissima possibilità di perdere gli arti. Immediata la corsa in ospedale dove è stato curato e non è in pericolo di vita.

Si è sfiorata la tragedia, aldilà delle condizioni del bambino, resta un episodio triste e gravissimo. Non basterà il conseguente arresto dell’ultras che si è reso soggetto del lancio del petardo, e non basteranno nemmeno le sanzioni al resto dei cosiddetti “tifosi”. Vi è una mancanza di controlli, una contraddizione di trattamento tra i tifosi di casa e quelli ospite. Venerdì’ è andata bene, ma quest’oggi avremmo potuto parlare di ben altro, molto più grave. E allora l’appello è verso le istituzioni, presenti ma mancanti nell’efficienza e nella realizzazione dei loro compiti, i più semplici. Andare allo stadio oggigiorno rappresenta un pericolo, si sa gli spalti ( soprattutto nelle curve) non sono presenziati da persone immacolate, ma questo non giustifica comportamenti del genere, poiché non si può fare di tutta l’erba un fascio.

Nella speranza di tornare a vedere spalti gremiti di bandiere, sciarpe e tamburi, dove l’unica arma sono le corde vocali degli ultras.

Il dito contro una rubrica di pianeta napoli
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