CARO EDY, RICORDA CHE QUEI FISCHI…
Edy Reja ha da poco festeggiato due compleanni importanti. Il tecnico goriziano ha spento 60 candeline, ed una di questa rappresenta la sua esperienza a Napoli. Un anno all’ombra del Vesuvio ha fatto sì che i napoletani apprezzassero il pragmatismo e la serietà di un professionista che, fallito l’obiettivo della promozione in B, era pronto a farsi da parte. La sua riconferma è coincisa con un altro anno di C che Napoli il Napoli proprio non si aspettava di fare. L’insofferenza della piazza ha portato il pubblico a diventare più esigente, e ad indispettirsi alle prime avvisaglie negative che la stagione ha offerto. Ma il calcio logora anche chi vi è dentro da una vita, ed è per questo che quando buona parte della gente ha fischiato l’allenatore, questi non l’ha mandata a dire rispondendo a muso duro. Napoli ha "bruciato" allenatori dal curriculum importante, altri sono andati via restando una meteora. Reja sbaglia se reagisce stizzito ai fischi di chi, con questa serie C, non ci ha mai avuto a che fare. Anche l’allenatore ha poca esperienza nella terza serie, e molti errori sono dettati proprio da questo. Se la gente fischia, è perché non gradisce lo spettacolo offerto. Lo spettacolo spesso non coincide con il calcio-champagne, ma con il gol. E questo Napoli , di gol e di vittorie, ultimamente ne produce a fatica. Reja avrà fatto anche tanti punti, ma ha a disposizione una squadra che i colleghi si sognano e con la stessa non ha mai entusiasmato. Da persona seria qual è, non può non rispettare l’opinione di chi, un anno fa, gli ha regalato una grande occasione professionale spingendo per l’esonero del suo predecessore. Fischiare chi fischia è da rosso diretto.