CARRARO LASCIA IL NAPOLI IN C

Nessuna sorpresa dal Consiglio Federale, nessuna notizia che faccia trasalire o meravigliare. Tutto da copione: passano tutte le domande di Lodo Petrucci, vengono ratificati i ripescaggi annunciati e viene ribadito che la data di inizio dei campionati è il 28 agosto. E così, Ascoli e Treviso vengono ripescate in A in luogo di Genoa e Torino, che ripartono rispettivamente dalla C1 (illecito sportivo) e dalla B (Lodo Petrucci). In serie B, tre posti liberi: le escluse Perugia e Salernitana ricominciano dalla categoria inferiore, Vicenza, Pescara e Catanzaro tornano in serie cadetta a pochi mesi dalla retrocessione sul campo. E’ un blocco delle retrocessioni-bis dopo quello del 2003, dal quale viene escluso il solo Venezia perché fallito. Per il Pescara è il terzo ripescaggio negli ultimi venti anni, il secondo consecutivo. Secondo regalo in tre anni per il Catanzaro, che nel 2003 fu riportato in C1 dopo aver perso la finale play-off di C2. Una C2 arricchita da Benevento, Fidelis Andria, Reggiana, Spal e Venezia, le cui domande per il Lodo Petrucci, così come le altre, hanno ricevuto il placet dalla commissione composta dai consiglieri Macalli, Galliani, Gentile e Grosso, nonostante alcune offerte presentate fossero davvero esigue. Ripescato anche il Città di Jesolo, primo nella graduatoria delle squadre vincenti i play-off di D. E se il ricorso del Como presso il Consiglio di Stato verrà respinto, al posto dei lariani in C2 verrà ripescata la Biellese. Non è stato un Consiglio Federale sereno. Tre ore di riunione, con urla e alterchi che hanno sentito anche in Via Allegri. Il primo ad abbandonare la riunione è stato il consigliere Giuseppe Gazzoni, patron del Bologna che ha inutilmente sottolineato come la Reggina sia a tutti gli effetti una società inadempiente verso l’Erario. Appresa della volontà del conclave di iscrivere ugualmente la squadra calabrese in serie A, Gazzoni ha abbandonato la riunione: "E’ un giorno triste per il calcio". Gli animi, manco a dirlo, si sono accesi quando si è cominciato a parlare di serie C. Si è molto discusso sulla graduatoria dei ripescaggi presentata dalla Lega di C. Il presidente Macalli aveva messo nella sua lista il Chieti, il Monza, la Valenzana e la Juve Stabia. Il Consiglio ha contestato fortemente la posizione della Valenzana, società senza uno stadio omologato per la C1. E qualcuno si è anche opposto sulla posizione di un’altra squadra che non ha presentato regolare domanda di ripescaggio. Alla fine, il Consiglio ha votato per l’esclusione della Valenzana, con sommo gaudio del San Marino che ha sopravanzato di appena 0.28 punti il Giugliano, la prima non ripescata. L’ultima speranza del club campano è legata al Napoli, la cui battaglia legale non si ferma. In conferenza stampa, Carraro non ha risposto a molte domande che riguardavano il club partenopeo. Evidente l’imbarazzo del presidente federale di fronte a chi lo incalzava sulla perentorietà dei termini o sulle comprovate situazioni irregolari di alcuni club. "La Covisoc ci ha detto certe cose, e noi ne abbiamo preso atto" è stata la levata di scudi del numero uno della Figc, che ha precisato che la retrocessione del Genoa in C1 ha messo automaticamente in salvo il Vicenza. Il silenzio di Carraro non è piaciuto al Napoli. De Laurentiis aveva fiutato che dal Consiglio Federale non sarebbero arrivati regali. L’avvocato Grassani, in mattinata, aveva depositato al Consiglio di Stato un nuovo ricorso contro la Figc, che non ha preso atto di quanto il Consiglio di Stato suggeriva nei confronti di Pescara e Vicenza. Il procedimento giudiziario pendente lascia aperta la porta della riammissione forzata in B. Grassani annuncia fuoco e fiamme, e con lui il pool di legali che coordinano una strategia che procederà in parallelo con quella che sta approntando il tribunale di Napoli. La curatela fallimentare, seppur in grande ritardo, conta di muoversi a breve. Nel frattempo, il Napoli ha anche presentato un esposto al Coni ed uno all’Autorità garante per la libera concorrenza, dinanzi alla quale contesta l’ormai famosa delibera del 13 giugno che regola diversamente i ripescaggi per la Lega di A-B e quella di C. E a proposito di Tribunali, martedì mattina a Genova è andato in scena un dibattito acceso, infuocato. Fra i legali di Genoa e Federcalcio la tensione dialettica è salita alle stelle. Da una parte gli avvocati del club di Enrico Preziosi, che sostengono l’uso illegittimo delle intercettazioni telefoniche nel processo e la mancanza materiale delle motivazioni della Caf, consegnate soltanto alla controparte; dall’altra, i legali in rappresentanza della Federcalcio che ribadiscono quanto sancito dalla Disciplinare prima e dalla Commissione d’Appello Federale poi. "Non ho paura di decidere" ha sostenuto il giudice Alvaro Vigotti, che entro due giorni è chiamato ad esprimersi sulla vicenda. L’avvocato Galavotti, forte del pronunciamento del Tar del Lazio di venerdì, ha eccepito un "difetto assoluto di giurisdizione". Nel caso in cui il giudice dovesse riconoscere le ragioni del Genoa, i calendari sarebbero bloccati e la posizione del club ligure sarebbe incerta. In caso contrario, il Genoa rischierebbe di partire al buio nel girone A di C1, rischiando un deferimento per violazione della clausola compromissoria. Pillole di mezza estate, infine, dal Ragionier Macalli, che ha fatto di tutto per evitare le domande dei cronisti, incaricando il consigliere Gabriele Gravina di annunciare che avrebbe parlato sabato alle 13, dopo la compilazione dei gironi di C2 e dei calendari di C. Macalli ha atteso che tutti i giornalisti passassero alla destra di un lungo corridoio per sgattaiolare a sinistra e infilare la porta di uscita in Via Allegri. E’ corso a varare i gironi di C1, gironi senza criterio geografico. Più abbordabile il raggruppamento "A", assai "tosto" il "B". Dove c’è il Napoli.

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