C’E’ UN BOMBER TRISTE CHE VA RECUPERATO
Soltanto gli dei del pallone, forse più degli astri, sanno quanto faranno bene al Napoli i tre punti conquistati a Bari. Il momento era delicato, ed un risultato diverso dalla vittoria avrebbe acuito l'umor nero e l'eccessivo nervosismo che tecnico, squadra e società avevano palesato nonostante si fossero trincerati nella prigione dorata di Castelvolturno. La notte di Bari regala a Reja qualche certezza in più, senza per questo sgombrargli la mente dei dubbi che continueranno ad attanagliarlo nelle prossime settimane. Senza essere accademico né brillante, il Napoli è riuscito a sfruttare l'unico errore della rivoluzionata retroguardia pugliese soffrendo l'avversario soltanto quando ha arretrato il baricentro. Giocando alla pari, Calaiò e compagni avevano dimostrato di poter tenere testa ad un avversario che pure si è sempre distinto per diligenza tattica. Il Napoli di Bari ha commesso un solo errore: una volta in vantaggio, ha pensato ad organizzare la manovra in contropiede senza cercare il colpo del ko per chiudere la partita. Per sua fortuna, l'avversario non è riuscito a pungere come avrebbe potuto, un po' per stanchezza e un po' per sfortuna (ah, Di Vicino), senza per questo assediare l'inoperoso Iezzo.
Reja ha evitato di tenere bloccati i terzini e li ha avanzati sulla linea mediana, così facendo non ha subito l'enorme pressione degli esterni avversari. La mossa più felice è stata proprio quella di non bloccare cinque difensori davanti a Iezzo, perché sia Grava che Savini sono riusciti ad andare spesso sul fondo appoggiando sia De Zerbi che Pià alle spalle del solito Calaiò, due spanne sopra i compagni di reparto. Positivo anche l'inedito tandem Amodio-Bogliacino, ma queste ultime due intuizioni aprono due riflessioni alle quali il tecnico non può sottrarsi.
Senza capitan Montervino, il Napoli è riuscito a mantenere un ritmo di gioco più alto ed ha commesso meno errori in mezzo al campo. Ma se a centrocampo le cose sono funzionate al meglio, se si esclude il gol di Calaiò l'attacco non è riuscito a produrre occasioni, e Reja ha accantonato un pezzo di fuoriserie per tutta la partita. Christian Bucchi aveva la tipica faccia del bomber triste, di quello che si è visto passare davanti alla panchina quattordici compagni senza capire il perché di un'esclusione: non è colpa sua se non viene messo in condizione di far bene (il rapporto palloni giocabili/gol resta elevato), né si può dimenticare che questo ragazzo ha segnato 30 gol nel campionato passato. Accantonarlo significa bruciare un grande investimento, e non può essere questa una mossa saggia se si pensa che questo Napoli sarebbe dovuto nascere e crescere attorno al bomber principe. Napoli (e Reja) ha rischiato di bruciare un giocatore completo come Emanuele Calaiò, che ha dovuto ricorrere a tutta la sua forza interiore per superare momenti ben più difficili. Lo stesso coraggio dovrà trovarlo Bucchi, ma una grande società ed una grande squadra, oltre che un grande allenatore, ha il dovere di aiutarlo. Schierare le formazioni in base ad un principio meritocratico è sacrosanto, sempre che si abbia una visione globale della situazione.
Tocca a Reja, in un altro lampo di acuta fantasia (come quello che lo ha portato a schierare finalmente una difesa "a tre" pura), trovare il modo per rigenerare un attaccante vero. E' forse questo, ben più di una classifica che può dire molto e molto poco, il vero obiettivo del tecnico goriziano, che con i punti potrà ritrovare anche quel coraggio che troppo spesso gli è mancato senza per questo rischiare di abbandonare la sua buona stella, fedele compagna da una vita. Reja potrà usare il silenzio stampa imposto dall'alto per meditare su questa sua missione: quando ritroverà la parola, probabilmente anche quello che attualmente sembra un brutto anatroccolo tornerà a volare come un cigno.