DE LAURENTIIS: "SONO SDEGNATO MA NON MI DIMETTO"

Avrebbe certamente preferito una serata migliore per presentare "Natale a Miami", il suo nuovo film natalizio che dovrebbe far registrare il solito boom di incassi. Eppure, Aurelio De Laurentiis non si è tirato indietro ed ha presenziato alla "prima" del film, riservata al suo Napoli. Perché il progetto va avanti, per niente scalfito da quanto accaduto giovedì scorso. Il presidente, dopo un excursus sul cinema e sulla crisi italiana ("un’impresa zoppa") ha parlato degli accadimenti extrasportivi che hanno infangato il nome di Napoli, provocando anche il rinvio di una partita di campionato. "Al di fuori dello stadio si sono verificate assurde violenze – ha detto il presidente -. Caricare una caserma mi sembra un’assurda follia: mai mi sarei aspettato questo stato d’assedio e questa guerriglia". De Laurentiis, che nel dopopartita era sembrato tranquillo e spensierato, solo in un secondo momento si è reso conto della gravità della situazione: "Giovedì sera – ha spiegato il patron della Filmauro – man mano che sopraggiungevano le notizie, cominciando a valutare i fatti è emerso netto che erano pochissimi gli autori di queste assurde violenze. E’ mia intenzione lavorare con le Istituzioni affinché questi balordi vengano isolati". Sindaco ed altri rappresentanti politici erano presenti in sala: "Vi ringrazio – ha detto De Laurentiis loro rivolto – perché mi siete vicini. In quest’occasione presentiamo un film di una città che vorrei gemellata con Napoli. Il cinema in fondo è una festa, il calcio come festa l’ho solo immaginato". Il presidente ha ribadito la sua opinione sulle attuali disposizioni di sicurezza, pur lasciando intendere che è pronto a collaborare per offrire altre soluzioni: "Non ha senso innalzare barriere o creare fossati. Bisogna soltanto evitare che questi folli si ripetano. In Inghilterra sono riusciti a sconfiggere gli hooligans: non vedo perché non dobbiamo riuscirci anche noi". Poi De Laurentiis scuote la platea, soprattutto chi temeva che simili fatti potevano turbarlo a tal punto da indurlo a mollare: "Se qualcuno ha pensato di allontanarmi, rispondo che non ci penso minimamente – ha chiarito il presidente – . Non è mia abitudine iniziare una cosa e non portarla a termine. Non metto a rischio un progetto importante per la città di Napoli per pochi folli. Quando ho iniziato sapevo che era un impegno difficile: bisogna capire ed evitare queste follie, lo sport deve avere valori educativi". De Laurentiis è lapidario sulla possibilità di una squalifica del campo: "Sono fiducioso in quello che sono gli organi federali: il giudice sportivo è un organo super partes. Noi dobbiamo solo preoccuparci di andare in serie B e poi in A, senza pensare a troppe cose". Ad una, però, ha già provveduto a pensarci: "Entro il 28 febbraio 2006, data ultima stabilita dal Decreto Pisanu, il San Paolo sarà uno stadio a norma. Presto cominceranno i lavori, il progetto è stato già approvato". De Laurentiis lo ha detto e lo ha ricordato: "La crisi del cinema è totale perché in Italia non esiste un progetto imprenditoriale del cinema, perché in Italia ci siamo avvalsi della politica della televisione e attraverso la televisione si vende tanto che anche i politici si avvalgono di questo mezzo. Si trascura il cinema che è cultura ed industria, e dipende da vari ministeri, non solo da quello dei Beni Culturali". Almeno a Napoli il progetto-calcio verrà salvaguardato. E Napoli tira un sospiro di sollievo, perché il calcio a questo punto sembra dipendere da un solo ministro. Che non molla, nonostante tutto.

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