I TIFOSI DEL NAPOLI IN B TORNERANNO A STARE LARGHI
Dopo due anni in cui il "Minosse Carraro" ha lanciato con la sua coda che "giudica e manda secondo ch’avvinghia", la squadra azzurra in quei gironi infernali danteschi chiamati "Serie C", il Napoli ricomincia quest’anno la sua scalata verso ben più degne categorie.
Troppo hanno sofferto i "soliti sessantamila" (Così i giornali hanno definito il pubblico napoletano che in questi due anni ha riempito lo stadio San Paolo) che durante due anni di trasferte si sono trovati in luoghi fino a due anni fa sconosciuti ai più.
In questi due anni di esilio, per la città, durante la settimana, si vedevano i tifosi napoletani con le cartine dell’Italia in mano, cercando di capire dove avrebbero giocato i propri beniamini studiando le strade da percorrere.
Così, mentre una domenica si giocava in uno dei templi del calcio italiano, quella successiva si scendeva in campi in cui erano più le persone (incuriosite dalla marea azzurra che per quella domenica arrivava nella loro città) affacciate dai balconi le cui case davano su un rettangolo verde grande 110mX65m, che spettatori paganti.
Così mentre una domenica gli avversari che venivano in casa nostra non riuscivano a sentire nemmeno i loro respiri, tant’era la bolgia all’interno del San Paolo, la domenica successiva i sindaci delle città che ci ospitavano accendevano un cero alla Madonna, perché il Napoli è sempre un evento eccezionale.
Non ce ne vogliano i tifosi della squadre con cui abbiamo giocato in questi due anni, ma il nostro Napoli merita altri palcoscenici. Non ce ne vogliano i tifosi del Gela o del Lanciano o del Martina, ma i loro stadi, ad un pubblico che per due anni ha sofferto una serie che non gli spetta, gli andavano stretti.
Ed ora il primo passo per tornare nell’elite del calcio è stato fatto.
È anche vero che, se quel terremoto chiamato "Calciopoli" avrà delle sentenze giuste, che ripuliranno lo sport più bello del mondo dal marcio che lo ha infangato, molta di quell’elite del calcio ci verrà incontro. Ma pensiamo solo a noi stessi, alla certezza di poter finalmente giocare in stadi come il "Dall’Ara", il "Bentegodi", il "Ferraris", il "San Nicola" e il "Delle Alpi" (con i sogni, per ora, proibiti chiamati "Olimpico", "San Siro", "Artemio Franchi").
FINALMENTE STIAMO LARGHI!!!
Lasciamo finalmente ad altri quelle gradinate costruite occasionalmente con i "Tubi Innocenti" per ospitare quell’evento che ogni due settimane la nostra squadra portava in una città italiana e ci apprestiamo a sederci su comodi seggiolini.
Non ce ne vogliano i tifosi di tutte quelle squadre che abbiamo affrontato in questi due anni, che sicuramente ci hanno aiutato a"fare le ossa" sia alla squadra che ai tifosi, ma quei campi in terra battuta non ci si addicono.
Ringraziamo tutti i nostri rivali di questo biennio, poiché sicuramente ci hanno insegnato sia come si soffre, ma anche come si rinasce.
Ed è bellissimo vedere che gli sforzi fatti in questi due anni stanno portando finalmente a dei risultati importanti che ci lasciano ben sperare: una società forte con la voglia di fare e di costruire qualcosa che sia un po’ di più di una bolla di sapone, sapendo anche che i passi che ci riporteranno ai vertici devono essere piccoli ma importanti.
Abbiamo sofferto, ma quel sogno di tornare a giocare un posticipo serale di domenica, si sta pian piano avvicinando. Per ora accontentiamoci del sabato.
Care squadre di Serie C, facciamo il tifo per voi… se mai dovessimo incontrarci nuovamente… ci auguriamo che sia per merito vostro!!!