IL GLADIATORE D’ORO
Acclamiamolo! Il raccattapalle che diventò un calciatore. Il calciatore che diventò capitano della nazionale. Il capitano che salì sul tetto del mondo. Parliamo di Fabio Cannavaro, è ovvio. Da oggi la sua straordinaria carriera si arricchisce di un nuovo e prestigiosissimo capitolo. La rivista francese France Football gli ha assegnato il Pallone d’Oro 2006: dietro di lui il portiere della nazionale e della Juventus Gigi Buffon e l’attaccante francese dell’Arsenal Thierry Henry. Riconoscimento meritatissimo, grazie all’ottima stagione disputata con i bianconeri e soprattutto allo stupendo mondiale di Germania. Sì, di strada ne ha fatta davvero tanta il ragazzo della Loggetta.
Era un ragazzino come tanti, che coltivava il sogno di calcare un giorno il verde campo del San Paolo. Sogno che si avvera ben presto, con l’ingresso nelle giovanili del Napoli. Un giorno, durante una partitella d’allenamento con la prima squadra, a Fabio fu affidato il compito di marcare Diego Armando Maradona: il giovanissimo difensore fu addirittura richiamato da un dirigente per l’eccessiva foga con cui marcava il Pibe de Oro. Maradona gli diede un buffetto, gli sorrise, e disse: ”Va bene così”. Un segno del destino?Evidentemente si. Napoli gioisce orgogliosa per il suo gladiatore d’oro. Il campione non dimentica le sue origini: ”Voglio portare il Pallone d'Oro anche a Napoli, la mia città, che sta attraversando un momento difficile. E ai bambini napoletani dico di credere ai sogni, perchè come è successo a me a volte si avverano”. I napoletani si apprestano quindi per la seconda volta nel giro di pochi mesi a celebrare il loro scugnizzo. I sogni, anche quelli più impensabili da realizzare, si possono avverare se inseguiti con il lavoro e la dedizione. Fabio dedica il suo Pallone d’Oro ai ragazzini di Napoli: speriamo di cuore che questa dedica trasmetta ai giovani partenopei tali valori. Grazie di cuore Capitano, il tuo trionfo, tinto d’oro, illuminerà per una notte questa Napoli in uno dei momenti più bui della sua storia.