IL NAPOLI DEI SACRIFICI STA TORNANDO IN PARADISO

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Profumo di serie A in riva al golfo più bello del mondo. La partita di Verona è stata un po' lo specchio di una stagione sofferta, infinita, dura, dove allo spettacolo il Napoli ha anteposto sempre il pragmatismo del suo allenatore e dei suoi atleti, poco belli ma molto determinati e che col passar del tempo hanno acquisito sempre più determinazione e convinzione nei propri mezzi. E per esaltare questo cinismo il Napoli ha dovuto soffrire, uscire dal campo vincendo e giocando male, magari con un pizzico di fortuna, ma sempre con la coscienza a posto. Questo gruppo ha incarnato la filosofia dei napoletani, affidandosi sovente a quell'arte di arrangiarsi propria di chi è nato in questa terra. E ancor di più di chi ha dovuto – a malincuore – lasciarla, abbandonarla per motivi di lavoro. Di chi ha dovuto salire oltre il Garigliano e trovare fortuna dove non sempre si viene accolti a braccia aperte. Proprio come successo sabato nella ostile Verona, che ha riservato ai giornalisti napoletani un'accoglienza infelice, per usare un eufemismo.
Il Napoli, vietato a chi aveva pensato di seguirlo partendo dalla città, non poteva essere vietato a chi lo aspetta al centro-nord, in attesa di emozioni forti, vive, soprattutto in un momento come questo dove l'aria del grande calcio sta investendo nuovamente questa società da troppo tempo relegata nel cantuccio delle serie minori. Dunque, premio migliore non poteva esserci per quella ventina di tifosi -napoletani dentro- che erano sugli spalti del Bentegodi con coraggio e 'ammore', passione e voglia di puro sport (tra questi c'erano anche donne e bambini). Per loro e per tutti i napoletani emigrati ha vinto il Napoli in una terra che da sempre l'accoglie con cori di scherno e d'offesa all'ennesima potenza. Quell'abbraccio finale tra la squadra e i tifosi coraggiosi e orgogliosi è stato un atto dovuto e meraviglioso al tempo stesso. Il Napoli sta ritornando, per la gioia di tutti i suoi tifosi e ancor di più per chi negli ultimi venti anni – vivendo al Nord – ha dovuto ingoiare rospi amarissimi, da vergognarsi ed ora può ricominciare a far sentire la propria voce. La vecchia passione torna ad animare tutti i napoletani, una dimostrazione chiara del cambio di rotta si è avuta in quasi tutte le trasferte settentrionali del Napoli di quest'anno, che seppur non bello era però vincente ed emozionante. Arrampicandosi sugli specchi, lottando col coltello tra i denti, proprio come hanno fatto coloro che non vivono più alle falde del Vesuvio, questo Napoli ha restituito calore, fantasia, passione, orgoglio a tutti i suoi tifosi. Domenica il San Paolo sarà stracolmo, Napoli merita di festeggiare, ma un pensiero dovrà essere rivolto doverosamente a chi si sente rappresentato da questa società in tutto il resto d'Italia (e del mondo) e che per il Napoli non ha lesinato chilometri e sacrifici. Napoli sta ritornando, i napoletani tutti possono rialzare la testa. Almeno nel calcio.

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