IL ROMANO DELUSO
"Domenica non so se ci sarò". Romano Malavolta è un uomo triste. Domenica scorsa ha rassegnato le dimissioni da presidente del Teramo. Ma, come lui stesso spiega, è stato solo un gesto formale, perché lui è il padrone unico della società e dovrà comunque continuare a gestirla almeno fino alla fine della stagione. Al di là di tutto, resta la forte delusione per una stagione fatta di alta e bassi, ma che dopo il ko interno di domenica contro la Samb sembra davvero segnata. Anzi, il presidente comincia a guardarsi le spalle, e per uno come lui che ama non partecipare, ma vincere, è un brutto colpo. Di solito Malavolta è elettrico, vulcanico: stavolta la voce è bassa, il morale a terra.Presidente, le è passata un po’ di rabbia?"No, guardi, non parlerei di rabbia. Piuttosto di delusione. Ecco, sono deluso. E anche molto".E’ per questo che si è dimesso?
"Sì, ma l’ho fatto essenzialmente per scuotere una squadra che non riconosco più. Le dimissioni sono un atto formale che nella sostanza hanno poco senso, visto che sono azionista unico del club e non c’è nessuno pronto a rilevare il club".Eppure come è strano il calcio: a ottobre tutti davano il Teramo come squadra che lottava per la salvezza, a gennaio come pretendente alla promozione. Poi, cosa è successo?
"E che ne so, almeno lo sapessimo! Il problema è che neanche un allenatore riesce a darmi una risposta. Non so, davvero, non so darmi una spiegazione, anche perché il Teramo è una buona squadra. Io però ho la coscienza a posto, e tutto quello che ho potuto fare l’ho fatto".Già, se non altro è stato quello che ha speso di più dopo De Laurentiis."Sì, però sono due cose completamente diverse: a Napoli ciò che De Laurentiis spende per il mercato lo recupera subito con tre-quattro incassi. Lo sa a Teramo quanto costa la C1? Due milioni di euro. Lei crede che si possa fare calcio con un incassi di 20mila euro?"Domenica se non altro si porterà a casa un bell’utile, al San Paolo è previsto il grande pubblico."Il 15% del netto che spetterà al Teramo sarà pari al nostro incasso nel derby contro il Chieti. Capisce la differenza? Capisce cosa vuol dire farsi carico di ingaggi esorbitanti per allestire una buona squadra? In una piccola piazza è tutto sulle spalle del presidente, è ovvio che chi fa calcio a questi livelli lo fa con passione pura. Quando però viene a mancare anche questo, allora è finita".Sta forse dicendo che domenica non ci sarà?"Forse sì e forse no. Devo parlare con l’allenatore, devo vedere…e comunque le dico una cosa, sarebbe la terza partita che diserterei in otto anni di Teramo. Vuole sapere i motivi delle mie assenze nelle altre due domeniche? Una volta avevo 40 di febbre, una volta ero sull’altare a prendere moglie…".Possibile che non intravede un obiettivo per il Teramo?
"No, il treno lo abbiamo perso domenica, io ai play-off non ci credo più. Anzi, dobbiamo guardarci le spalle, perché se a Napoli perdiamo – e non è fantascienza – potremmo trovarci ad un punto dalla zona play-out. Non sarebbe la prima volta che una squadra costruita per vincere viene poi coinvolta nella zona bassa della classifica. Il calcio d’altronde non è una scienza esatta, in caso contrario il Napoli oggi avrebbe 25 punti di vantaggio sul Rimini…".E invece i romagnoli sembrano irraggiungibili."Già, sembrano. Ma attenzione".Prego."Per me il Napoli può ancora arrivare primo".Ne è sicuro?
"Certo. I partenopei hanno cominciato a correre, sarà molto difficile fermarli. E comunque al Napoli assegno con certezza matematica il secondo posto. Sono sicuro, il Napoli arriva primo o al massimo secondo".Lei magari vorrebbe divertirsi a guardare tranquillo un bel finale di stagione."A questo punto spero davvero di non partecipare alle code del campionato, anche se è dura. In otto anni, a Teramo ho disputato cinque volte i play-off e riportato la squadra in C1 dopo 16 anni. Al primo anno, spareggi al primo colpo. L’anno scorso è stata l’unico campionato chiuso a metà classifica: mi auguro che non resti tale".E allora è proprio un brutto periodo…"Sì, sportivamente parlando sì. Pensi che io vivo a Roma e sono un grandissimo tifoso romanista. E prima di essere romanista sono anti-juventino: sono ridotto a tifare Milan, a guardare la mia squadra lottare per salvarsi in C1 e la squadra del cuore cercare un po’ di tranquillità in massima serie…".L’anno prossimo Malavolta ci riprova, ne siamo sicuri."Ora è presto per parlarne, ma i cicli hanno un loro naturale decorso. Il mio ciclo a Teramo, dopo otto anni di successi, è finito. Ho dato tanto ma anche ricevuto tanto da questa città, e poi se non ho entusiasmo, se non credo in una cosa, io le cose non le faccio. Ho imparato a vivere la mia vita con passione dopo aver rischiato di perderla, mi piace giocare per vincere".Si riposerà dal calcio, dunque?"Penso proprio di sì, la mia famiglia ha un’azienda alimentare che è fra le prime in Italia e per conto mio ho un’attività edilizia. Poi non è detto che non possa ritornare nel calcio, magari con un club di categoria superiore. Ma ad una condizione".La immaginiamo."Deve tornarmi quell’entusiasmo che ho perso". Arrivederci a domenica, presidente…