LA COVISOC FA RISPETTARE LE REGOLE
A rigor di regolamento, Messina e Torino in A, Perugia e Salernitana in B sono fuori dai rispettivi campionati. E, sempre a rigor di regolamento per tre di queste squadre nel futuro può esserci solo la serie C. Ancora, a rigor di regolamento, in questo momento Vicenza, Pescara e Catanzaro sono in serie B. Il Napoli, quasi. Le decisioni della Covisoc non hanno sorpreso. Le esclusioni di Torino, Perugia e Salernitana erano ampiamente anticipabili. Linea dura della Commissione presieduta dal professor Cesare Bisoni, nel pieno rispetto dei regolamenti. Le tre squadre in questione, al 30 giugno, non avevano in mano alcun documento firmato e controfirmato dall’Agenzia delle entrate che attestasse una lite non temeraria fra il club ed il fisco. La Coavisoc potrebbe ribaltare il verdetto, ma in quel caso le regole sarebbero palesemente violate. Il comunicato cui fare riferimento è il 189/A del 15 marzo 2005, al quale anche la Covisoc, nella missiva avente per destinatari i quattro club in questione, ha fatto riferimento: "Ci dispiace, per noi siete fuori: leggete cosa dice il 189/A e capirete". Poco importa, ormai, ma parlare di cifre è sempre interessante. Alla voce "debiti con l’Erario", Torino bussa con 32 milioni, Perugia risponde con 35 e Salernitana con 22. Stessa cifra, più o meno, per il Messina, la cui situazione è particolare. La regione Sicilia è a statuto speciale, e la locale Agenzia delle entrate aveva "bloccato" i debiti del club di patron Franza. Ma la Covisoc è stata irremovibile, mettendo i club in questione nei guai. Secondo l’organo di controllo il contenzioso della societa’ siciliana con l’ Agenzia delle Entrate ha il carattere della ‘lite temeraria’. L’Agenzia delle entrate ha precisato che la Commissione consultiva dell’11-12 luglio non è competente a firmare alcuna rateizzazione. I club in questione potranno presentare ricorso alla Coavisoc, ma senza avere in mano carte diverse di quelle presentate alla Covisoc. Logica vuole che per loro è in arrivo una bocciatura-bis. Il Consiglio Federale, essendo il parere della Coavisoc vincolante, dovrà escludere le quattro squadre in questione dai rispettivi campionati. Per Perugia (che non ha presentato neanche le liberatorie entro il termine perentorio richiesto) e Salernitana si profila una C1 con l’applicazione del Lodo Petrucci, sempre che ci sia qualche imprenditore disposto a garantire una continuità sportiva in una categoria inferiore. Il discorso può valere per il Torino, che ripartirebbe dalla serie B lasciata appena un mese fa, mentre non può essere esteso al Messina. L’ultima modifica del Lodo Petrucci, indicata nel comunicato 221/A pubblicato il 13 giugno 2005, parla chiaro. L’articolo 52 delle NOIF, quello inerente al titolo sportivo, spiega nel suo punto 6 a chi può essere esteso il provvedimento che porta il nome del presidente del CONI: "In caso di non ammissione al campionato di serie A, B o C1 di una società costituente espressione della tradizione sportiva italiana e con un radicamento nel territorio di appartenenza comprovato da una continuativa partecipazione, anche se in serie diverse, ai campionati professionistici di Serie A, B, C1 e C2 negli ultimi dieci anni, ovvero, da una partecipazione per almeno venticinque anni nell’ambito del calcio professionistico, la FIGC…". Nel 1993 il Messina fu radiato dalla FIGC per debiti, e ripartì dai campionati dilettantistici. Nel 1996, da una fusione fra A.S. Messina e la Peloro nacque quella società che nel 1997 diventò l’attuale "FC Messina", conquistando in quella stagione la C2. Pertanto, il Messina non può vantare né dieci anni consecutivi fra A e C1, né (evidentemente) 25 anni consecutivi in queste categorie. Con la sparizione di Messina, Perugia e Salernitana dal calcio di A e B, in serie cadetta verrebbero ripescate Vicenza, Pescara e Catanzaro. Al Napoli toccherebbe un posto in B se il Torino non dovesse usufruire del Lodo Petrucci, ma ci sono anche altre due ipotesi. La prima è ancora legata alle decisioni della Covisoc, che non ci ha visto giusto nei conti del Treviso. C’è un disavanzo di 150mila euro, ma non si tratta di debiti con l’Erario bensì del rapporto ricavi/indebitamento, un parametro che può essere oggetto di ricorso alla Coavisoc. Tuttavia, il Treviso (che, se in regola, sarebbe in corsa per un ripescaggio in A) dovrà dimostrare di essersi messo a posto entro e non oltre il 5 luglio. In caso contrario, anche per la società del cavalier Setten si aprirebbero le porte della C, e per il Napoli quelle della B. La società veneta è tranquilla: "Si tratta di una diversa interpretazione del nuovo regolamento, immediatamente sanabile – dice Setten – siamo certi di non aver alcun problema". La seconda possibilità riguarda il caso Genoa-Venezia, per il quale il club di Preziosi rischia la C. L’Ufficio Indagini della Figc, che si sta occupando dei presunti illeciti in serie B, chiuderà il suo lavoro lunedì, interrogando Matteo Preziosi, dirigente e figlio del presidente Enrico, e il consulente del Venezia Pino Pagliara. A fine mese la sentenza di primo grado. Tempi lunghi per la giustizia sportiva, più rapide potrebbero essere le verifiche dei legali di Aurelio De Laurentiis sulla domanda di ripescaggio e sui bilanci di Vicenza, Pescara e Catanzaro. Si muoverà anche la curatela fallimentare del Tribunale di Napoli..