LA VITTORIA DI NAPOLI
Non poteva andare meglio. Una serata magica. Per tutti. Innanzitutto per Bruno Giordano, accolto come meritava per quanto fatto a Napoli. Certo, ci ha messo del suo nella sconfitta della Reggiana, ma non si sarà dispiaciuto troppo. E’ stata la terza vittoria del Napoli di Reja, che ha la media di tre punti e tre gol fatti a partita. Numeri che sotto la gestione Ventura sembravano stelle che nel cielo erano sempre troppo lontane. E invece, il cielo con un dito lo ha toccato chi ha assistito dal vivo a Napoli-Reggiana. Difficile immaginare 65.000 spettatori allo stadio, dalla A alla C2. Si erano materializzati già altre volte, sempre dalle parti di Fuorigrotta, ma spesso avevano deposto le bandiere prima di togliere il laccio che ne teneva assieme la stoffa. Contro la Reggiana, invece, è stato diverso. Napoli ha cantato, prima durante e dopo la partita. Napoli ha tirato fuori le bandiere, è riuscita, oltre agli sterili cori contro l’uomo di banca della FIGC, a incoraggiare la propria squadra. Non che il gioco lasciasse spazio a standing-ovation (giustificata quella tributata a Consonni, un gladiatore) ma una vittoria è sempre una vittoria, e se viene senza rubare (la Reggiana ha fatto nulla) è ancora meglio. Ma il posticipo era la serata del tifo, perché il mondo aveva puntato il suo occhio su Napoli. Uno stadio che traboccava entusiasmo, riempitosi in ritardo solo perché quell’inferno chiamato tangenziale era fin troppo pieno per contenere tutti quelli che avevano deciso di andare a spingere Napoli verso il terzo posto. Finalmente, poi, quella scintilla positiva si sta espandendo. Era una scintilla, può diventare un botto, di quelli che De Laurentiis chiama "botti positivi". Non rischia di assordare, perché il San Paolo che tifa non assorda mai il napoletano, semmai l’avversario. Gruppi di tifosi hanno fatto rumore in Curva, dove sembra essere tornato il principio secondo il quale ognuno tifa o non tifa senza influenzare l’altrui pensiero. Nei distinti qualche fuoco di artificio e una bella macchia azzurra hanno allietato la vista delle telecamere. E in tribuna, piatti e trombette hanno aiutato a respirare l’aria di festa. De Laurentiis ha annotato tutto, ed è stato entusiasta. Ma il presidente vuole sempre di più: "Figuratevi quando tutta la gente riprenderà a tifare come un tempo". Già. In quel momento, "Napoli sarà sul tetto del mondo". Ci vuole tempo, ma la strada è giusta. E’ stato un lunedì in cui la squadra ha tirato fuori il cuore, il tifoso la bandiera. Cosa chiedere di più? Solo la perseveranza. E’ forse difficile? Forse no. Perché la vittoria è la miglior medicina al bene del Napoli, che lunedì tutti – ma proprio tutti – hanno cercato di perseguire.