LAZIO- NAPOLI 29 APRILE 1979 (1-2)
Luis Vinicio non l’ aveva proprio mandata giù. Dopo lo splendido triennio ( 1973 –1976 ) alla guida del “ suo “ Napoli ( un 3°, un 2° ed un 5° posto ) , qualche incomprensione di troppo con l’ Ing Ferlaino avevano indotto il tecnico brasiliano ad accordarsi a sorpresa nell’ estate del 1976 con la Lazio di Umberto Lenzini, cui urgeva sostituire al meglio Tommaso Maestrelli, tecnico del fantastico scudetto del 1974, purtroppo di lì a poco vittima di un male incurabile. Dopo un discreto primo campionato ( 5° posto con relativa qualificazione U.E.F.A ), la stagione 1977 –’78 fu ricca di alti ( pochi ) e di bassi ( molti ), cosicché dopo la sconfitta per 3 –1 subita a Foggia del 26 marzo, con la Lazio in zona pericolante, la dirigenza biancoazzurra decise di esonerare “ ‘ O lione “ per affidare la squadra all’ eterno Bob Lovati, laziale da sempre. La notizia ovviamente destò un certo scalpore in tutto l’ ambiente calcistico, visto che all’ epoca Vinicio era uno dei “ Mister “ che andavano per la maggiore, tanto che la Lazio appena due anni prima, l’ aveva strappato a suon di milioni alla Nazionale italiana. Vinicio additò il suo fallimento all’ ambiente romano, troppo permissivo ed accomodante verso tutto e tutti. Nel frattempo a Napoli tutti ( o quasi ) continuavano a rimpiangerlo, neppure il “ Petisso “ Pesaola nonché Gianni Di Marzio, erano riusciti a far dimenticare nei cuori della gente il suo gioco all’ “ olandese “, ricco di brio e di fantasia. Alla prima occasione buona, il diabolico Ferlaino, profondo conoscitore dei suoi concittadini, non esitò a favorire il ritorno in pompa magna dell’ ineffabile Luis, che sostituì Di Marzio dopo sole due giornate del campionato 1978 –’79. Quando scoccò l’ ora di affrontare la sua ex Lazio, l’ orgoglioso Vinicio caricò la sfida in maniera particolare, tanto che qualche spettatore del S. Paolo, pensò bene d’ insaporire l’ ambiente, facendo scoppiare due petardi nei pressi di due giocatori ospiti, così la Lazio si impose per 2 –0 a tavolino. Dopo l’ esonero in sostanza, un’altra beffa atroce per il fiero Luis. Giunse però anche la gara di ritorno, a due giornate dal termone della stagione, con Lazio e Napoli a duellare per l’ ultimo posto disponibile per la successiva coppa U.E.F.A, con i romani avanti di un punto. In una splendida giornata di sole il 29 aprile 1979, davanti a spalti quasi gremiti, così scesero in campo le squadre : Lazio con Cacciatori, Pighin, Ammoniaci, Wilson, Manfredonia, Cordova. Garlaschelli, Lopez, Giordano, Vicoli e D’Amico. Il Napoli schierava invece : Castellini, Bruscolotti, Tesser. Caporale, Ferrario, Vinazzani. Pellegrini, Caso, Savoldi, Majo e Filippi. Dopo appena un quarto d’ ora Mimmo Caso ( che in seguito diventerà una bandiera della Lazio ), al volo di piatto destro, su traversone del prode Filippi realizzò l’ 1 –0. Ma al 22°, il futuro centravanti del primo Napoli scudettato, al secolo Bruno Giordano, con un delizioso “ lob “ riequilibrò il punteggio sull’ 1 – 1. Il match proseguì con azioni alternate da una parte e dall’ altra, con la Lazio ad esercitare una leggera pressione territoriale. Quando il pareggio sembrava scritto, all’ 88° esimo minuto, Savoldi sfrutta un’ indecisione di Manfredonia servendo al limite dell’ area Pellegrini. Gran botta del “ Puntero di Primavalle “ , e palla che sbatte sulla parte inferiore della traversa, planando dolcemente in rete, con relativo fragoroso boato dei tanti tifosi azzurri presenti quel giorno all’ Olimpico ( allora non c’ era la tessera del tifoso… ), per il 2 –1 finale che lanciò gli azzurri verso l’ Europa a scapito dei capitolini. Finalmente Luis poteva godersi, la giusta meritata vendetta…