NAPOLI-JUVENTUS 1-0 3/11/1985

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Giusto venti anni, esattamente il 3 novembre 1985, in circostanze curiosamente riproposte amaramente per la Juventus, il secondo Napoli di Diego, compì una di quelle imprese rimaste nella storia non solo del nostro amato " ciuccio", ma di quella dell’ intera storia del campionato italiano. Come nel 2005 –’06, la Juventus , al decimo ed ultimo atto dell’ epopea di Giovanni Trapattoni, era partita a razzo, infilando di seguito otto successi di seguito, record battuto da poco dalla " Capello Band". Il Napoli, però, non navigava certo molto lontano dalla corazzata bianconera. Era, pur se lontano, precisamente a sei punti, buon quarto, a due punti dalla seconda in classifica, l’ Inter di Rumemenigge. Come ogni Napoli – Juventus, l’ attesa in città era spasmodica, ma stavolta l’ interesse era esteso a tutta l’ Italia calcistica, che naturalmente faceva il tifo per gli azzurri, chiamati a dare un po’ di vita ad un campionato che sembrava già morto e sepolto, sfiancato dalla tirannide bianconera. Inoltre, era dalla bellezza di dodici anni ( 14-10-1973 ) che gli juventini non tornavano a mani vuote da Fuori grotta, con uno " score " di quattro vittorie e sette pareggi. La squadra cara alla famiglia Agnelli così scese in quel piovoso pomeriggio novembrino : Tacconi, Bavero, Cabrini. Pioli, Brio, Scirea. Mauro, Bonini, Serena, Platini, Laudrup. Ottavio Bianchi dal fronte opposto, scelse : Garella, Bruscolotti, Carannante. Bagni, Ferrario, Renica. Bertoni, Pecci, Giordano, Maradona, Celestini. Arbitro, Redini di Pisa davanti ad un S. Paolo pieno all’ inverosimile. All’ epoca, il campionato era ancora a sedici squadre con i due punti in palio, quindi, per il Napoli staccato di sei punti, la vittoria rappresentava non solo la possibilità di togliersi uno " sfizio", ma anche il modo di restare agganciato al treno del tanto sospirato scudetto. Vuoi perché sulle rispettive panchine sedevano due allenatori di tradizione " italianista", vuoi per le pessime condizioni del campo, inzuppato d’ acqua già da diverse ore, vuoi perché le difese avevano nettamente la meglio sugli attacchi, la gara, non fu spettacolare dal punto di vista tecnico, estremamente equilibrata anche nelle ( scarne ) conclusioni a rete, quasi nessuna pericolosa. Ma, ecco che al 72°, arriva il momento tanto atteso: il grande Scirea, con un intervento inaspettatamente scomposto per un libero della sua levatura, colpì con un leggero calcio Daniel Bretoni, sufficiente però a fargli perdere l’ equilibrio. Redini ( una dei migliori della sua epoca ) applicò una regola stranamente da sempre ignorata dai direttori di gara di ogni tempo e latitudine. Concesse un calcio di punizione a due in area per ostruzione, praticamente all’ altezza del dischetto del rigore, La barriera bianconera era schierata quasi sulla linea di porta , ben infoltita, ovviamente per mancanza di spazio ben più vicina dei 9,15 canonici metri. Che fare ? la soluzione più naturale sarebbe stata quella di forza, ma la muraglia juventina impediva quasi completamente la visuale della rete. Bisognava ideare qualcosa di speciale, superfluo dire a chi toccò l ‘ onere del tentativo. Bertoni gli tocco appena la sfera, Diego con la suola della scarpa disegnò una magica palombella che lentamente planò in fondo alla rete. Un follemente entusiasta urlo di gioia liberatoria si levò dagli spalti, la fortezza di Tacconi era stata finalmente espugnata. La difesa azzurra fece poi buona guardia, solo una conclusione da fuori impensierì neanche poi tanto Garella, il primato recentissimamente superato di vittorie consecutive della Juventus era stato comunque conquistato ( a quel punto però, il traguardo a portata di mano era quello delle vittorie di seguito ammontante a dieci ), il campionato riprese vigore. Alla fine lo scudetto fu comunque ad appannaggio del Trap ( il 6° in dieci anni ), dopo una grande rincorsa della Roma di Boniek che fece temere ai più una clamorosa beffa. Per la cronaca, in questa stagione, la Juve di Fabio Capello ha portato a nove il primato di successi consecutivi dall’ inizio del campionato, mancando una volta ancora sul filo di lana, di superare il numero di dieci vittorie di seguito complessive. Una delusione per modo dire… Per Diego e c. ( alla fine terzi ), un succoso antipasto del lauto banchetto che li attendeva appena l’ anno dopo….

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