NAPOLI-JUVENTUS 15-3-89
Sembrava proprio una beffa atroce. Per il secondo anno consecutivo il Napoli più forte di sempre rischiava seriamente di non vincere niente. Nella stagione precedente ( 1987-’88) gli azzurri avevano dovuto subire il bruciante sorpasso del primo Milan di Sacchi, dopo aver avuto per lunga parte della stagione anche 5 punti di vantaggio. Nel 1988 -’89 la strada verso lo scudetto sembrava a quel punto ( 15 marzo 1989) irrimediabilmente sbarrata dall’ impetuosa Inter di Matthaus e Trapattoni, avanti sì di sole tre lunghezze, ma concentrata unicamente sul campionato, essendo stata eliminata a dicembre dal Bayern Monaco, incredibilmente vincitore per 3 -1 a S. Siro, dopo aver perso in Germania per 2 -0. Il sorteggio dei quarti di finale della Coppa U.E.F.A. beffardamente accoppiò gli azzurri con la Juventus, e pensate un pò, erano i bianconeri a sentirsi svantaggiati!. L’ andata a Torino si era sorprendentemente chiusa sul 2 -0 per la "fidanzata d’ Italia", grazie ad un gol da venti metri di " ‘o animale" Pasquale Bruno ( che azzeccò il classico, in questo caso tiro del mercoledì) raddoppiata da un’ autorete di Giancarlo Corradini, maldestramente intervenuto su un traversone del piccolo portoghese Rui Barros (alto appena 1,60 ). Il Napoli ( che pure veniva da un bel periodo di forma) parve frastornato dalla veemenza juventina, non riuscendo a rispondere in maniera incisiva allo scoppiettante primo tempo juventino. Ma, pur rendendosi conto della difficoltà dell’ impresa, il grande cuore del pubblico napoletano non venne come sempre meno, tanto da registrare il solito pienone in quella calda notte di una ormai prossima primavera. Pronti via, e Michelino Laudrup (talentuoso ma discontinuo danese) che brucia con un bel tiro al volo il povero Giugliano Giugliani. Ma ecco che provvidenziale sventola la bandierina che segnala un inesistente fuorigioco, salvando Maradona e c. da una quasi certa eliminazione. Passano pochi minuti ( siamo al 10°), ed in seguito ad un affondamento subito da Carnevale l’ arbitro della Germania Est Kirschen concede un penalty, magistralmente trasformato da Diego. Al 45° gli azzurri pareggiano il conto dell’ andata con una bella conclusione dal limite di Andrea Carnevale, lesto a sfruttare un’ incertezza della retroguardia bianconera. A questo punto le squadre, più che cercare il gol – qualificazione, stanno ben attente a non subirne, ben sapendo che una rete significherebbe una prematura dipartita dall’ Europa. Si giunge così ai supplementari con Maradona che esce di scena al minuto numero 6 del primo "over time", a causa del riacutizzarsi di un malanno. Tutto sembra procedere verso la "roulette" dei rigori, quando Antonio Careca al 119° minuto (ad un minuto dal termine), raccoglie le ultime forze disponibili crossando un pallone invitante dalla destra. Sembra non arrivarci nessuno, quando spunta il testone riccioluto di Alessandro Renica, che più con la spalla che con la "capa", gira a rete un pallone lento ma così preciso, da disorientare il pur bravo Tacconi battuto da una conclusione non irresistibile per la verità, ma straordinariamente importante, che fece letteralmente esplodere di gioia tutto lo stadio, conscio di aver assistito ad una partita indimenticabile. Senza troppe difficoltà, furono poi spazzati via i tedeschi occidentali del Bayern Monaco (una leggenda del calcio europeo) e dello Stoccarda del " paisà" Gaudino ( originario di Frattamaggiore ) e del futuro interista Jurgen Klinsmann. Ma questa è un’ altra storia…