NAPOLI SOCCER, ATTO SECONDO

Lunedì 21 febbraio è cominciata la seconda fase del progetto Napoli Soccer. Sei mesi dopo l’affiliazione della società alla FIGC e la costruzione di una squadra in grado di competere per la promozione in B, la società ha finalmente mosso il primo passo verso il futuro. La costruzione di un centro sportivo, di una "casa Napoli", sarà la giusta fonte di serenità per un club che dal momento della sua nascita è più volte rimasto vittima delle contraddizioni dell’improvvisazione. Il Napoli era un po’ come un uccellino buttato giù dal nido da mamma aquila: dopo sei mesi in cui dietro di sé ha visto sempre il vuoto, prima di cadere ha trovato il tempo di aprire le ali. Aurelio De Laurentiis ha pensato a più di un progetto per il centro sportivo "Napoli Soccer". Pierpaolo Marino a Castelvolturno ha spesso trovato la fila davanti alla porta del suo ufficio: procuratori, sindaci e politici hanno fatto quasi a botte pur di avere l’onore (e l’onere) di ospitare il prestigioso marchio Napoli. Una serie di valutazioni ha poi portato alla scelta di Castelvolturno, un’area che può offrire tanto. A De Laurentiis piacciono le sfide, e quella del centro sportivo in un’area che ancora deve trovare la sua "Belle Epoque" è un’avventura in cui bisognerà mettere passione e coraggio.

Servirà molto meno per trovare un accordo per lo stadio San Paolo, o meglio servirebbe. Il Comune non riesce a trovare un punto d’incontro per una questione che sta a cuore a tutti i napoletani. E’ bastato infatti far circolare voci infondate su impianti da città di provincia per scatenare una San Paolo-mania. Fuorigrotta non è il massimo della vita, ma è sempre la sede di un impianto che fa rima con la storia e che con qualche aggiustamento rimane la miglior base per il futuro. Chi parla di impianti moderni, piccoli e funzionali non fa i conti con una passione di una città che va oltre la logica del calcio in salotto. A Napoli la pay-tv ha un ruolo diverso da tutte le altre città: serve ad accontentare chi a Napoli non è presente, perché la domenica chi può raggiunge il San Paolo. Quest’anno magari lo fa anche più volentieri rispetto all’anno scorso, quando programmazione e ambizione erano termini naldianamente sconosciuti. Se si parla di futuro, lo si deve fare tenendo conto di quello che Napoli sta vivendo, e cioè una seconda fase della sua storia. Difficile come l’inizio di ogni avventura, ma che non mancherà di soddisfazioni. Il presidente lo ha ribadito, il progetto è decennale, diviso in due fasi. De Laurentiis conosce il fratello di quell’Abete che fra due anni si insedierà al posto di Carraro. Sa anche che saranno cinque anni nei quali ci si dovrà concentrare solo a scalare la classifica, magari senza ricevere aiuti dall’alto. Nei successivi cinque si potrà fare la voce grossa. Magari insieme a Zamparini: Mandi non è solo una ghiottoneria da un milione di euro, ma il primo alito di quel vento del sud pronto a soffiare, fra qualche anno, sul campionato italiano.

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