NAPOLI- JUVENTUS ANNI 80-90 (4° PUNTATA)

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E’ dal 1985 al 1990 che gli azzurri, in assoluto nella loro storia, raccolgono le maggiori soddisfazioni contro la sempiterna Juventus, aggiudicandosi la bellezza di quattro confronti su cinque. Questo periodo non poteva che allacciarsi all’ era di Diego Armando Maradona, straordinario interprete della voglia di riscatto di un’ intera Città. Fu lui, nel pomeriggio zuppo di pioggia del 3 novembre 1985 a regalare la vittoria al suo Napoli, capitalizzando al meglio un calcio di punizione a due in area con un diabolico pallonetto tanto beffardo quanto efficace, assolutamente imparabile per il pur bravo Tacconi, protagonista in quegli anni di vari battibecchi dialettici con il “ pibe de oro “. Erano ben dodici anni che la “ Vecchia Signora “ non usciva sconfitta dal S. Paolo, anche se alla fine, con il Napoli buon terzo, i bianconeri si aggiudicarono il 22° scudetto della loro storia, ultimo dell’ epopea trapattoniana. L’ anno dopo ( 1986 –’87 quello del primo scudetto ) l’ incontro assunse anche le caratteristiche di un simbolico passaggio di consegne fra i vecchi e i nuovi campioni, visto che alla fine dopo il successo del Napoli per 2 –1, quel 29 marzo 1987, così recitava la classifica : Napoli 36, Inter e Roma 31, Juventus 30. Fu una battaglia davvero avvincente ; la Juve dell’ ex tecnico Rino Marchesi lottò strenuamente sino alla fine per non cedere le armi, dimostrando una volta ancora il tradizionale “ animus pugnandi “ che da sempre caratterizza storicamente la formazione bianconera. Anche quel giorno, come l’ anno precedente, la pioggia scese implacabile per tutto il tempo, e forse fu proprio la palla viscida che ingannò clamorosamente Tacconi, che si lasciò passare sotto le gambe una punizione di Renica dopo un quarto d’ ora di gioco. Al 50 °, dopo un lungo assedio alla porta di Garella, Aldo Serena di testa raddrizzò il punteggio per i suoi, ma appena otto minuti dopo Ciccio Romano riportò in avanti il Napoli, risolvendo una confusa mischia sotto porta. La Juve però non s’ arrese, anzi riprese ad attaccare con maggior foga per non uscire battuta, ma non ci fu più nulla da fare. Alla fine, il pubblico del S. Paolo, bagnato ma ebbro di gioia, cominciò ad inneggiare sfrenatamente agli omai sicuri prossimi campioni d’ Italia…

Sempre nel 1987, il 13 dicembre, terza vittoria consecutiva per Maradona  e c. , ancora con il punteggio di 2 –1, con i bianconeri, autori di una stagione certo non all’ altezza della loro fama, lontani dal Napoli capolista al fischio di chiusura dell’ arbitro Lo Bello della bellezza di sette punti. Alla rete di “ Rambo “ De Napoli al 26° del primo tempo, rispose al minuto 76 di Antonio Cabrini con un colpo di testa per la verità non proprio irresistibile che infilzò un incerto Garella. La Juve avrebbe ampiamente meritato il pareggio, ma a tre minuti dal termine, il difensore Favero ingenuamente colpendo inutilmente il pallone con la mano in area, regalò un rigore agli azzurri, dopo che Diego impareggiabilmente trasformò l’ inaspettato dono dal dischetto. Purtroppo, com’è nella memoria di tutti, quella stagione si concluse con la vittoria del Milan di Sacchi, ma questa è un’ altra storia…Dopo l’ entusiasmante successo nei quarti di Coppa Uefa proprio ai danni della Juventus, il Napoli chiese e ottenne di anticipare la gara di campionato con la Juve a sabato 2 aprile 1989: fu un pesce d’ aprile ritardato per gli azzurri, che subendo una secca sconfitta per 4 – 2 al termine di un match estremamente divertente, dettero addio alle residue speranze d’ agganciare l’ Inter dei record in fuga, ormai lontana sei punti. Segnò subito come l’ anno prima Nando De Napoli, ma appena tre minuti dopo pareggiò il suo quasi omonimo Napoli. Alla mezz’ ora vantaggio ospite con Buso, pareggio ad inizio di ripresa di Careca, ancora Buso per il 3 –2, chiuse Magrin con un rigore al 90°, con il Napoli disperatamente in avanti alla ricerca del secondo pareggio. Magnifico invece il successo nell’ anno del secondo scudetto ( 25 marzo 1990 ), con Diego già in forma mondiale, autore di una doppietta nel primo tempo. Il primo gol fu realizzato con un diabolico tiro dal limite riprendendo un pallone calciato sulla traversa da Crippa, il secondo venne da una punizione calciata dai venticinque con la palla rimbalzante un metro davanti a Sacconi. La Juve di Dino Zoff, gran protagonista di quella annata, capace di aggiudicarsi la Coppa Italia e la Coppa Uefa, ferita ma non ancora finita, riuscì a riorganizzarsi nella ripresa andando a rete grazie ad un rigore di De Agostini. Il motore del Napoli si rimise però immediatamente in moto, colpendo nuovamente a seguito di un corner con Giovanni Francini. Un palo di Careca nel finale legittimò ( ove c’è ne fosse bisogno ) il 3 –1 finale per gli uomini di Bigon. Da quel giorno ( e sono ormai passati più di sedici anni ) la Juventus non è più uscita battuta dalle mura del S. Paolo.

Molti pareggi invece si ricordano nei primo anni ’80, prima dell’ arrivo in riva al golfo di Maradona. Due 0 –0 consecutivi senza troppe emozioni nei campionati 1981 –’82 e 1982 –’83, risultato ripetuto anche nel primo confronto di Diego contro Platini il 5 maggio 1985, match anch’ esso non certamente indimenticabile. Assai divertente invece l’ incontro del 29 gennaio 1984, con il Napoli di Santin in lotta per non retrocedere, e la Juventus ( guarda un po’ ) avviata a vincere il 21° scudetto. Ci pensò le “ Roi “ Platini a battere su punizione Castellini ( fino a quel giorno imbattuto fra i pali del S. Paolo ) nel corso del primo tempo. Sembrava finita, ma la rabbiosa reazione degli azzurri fece sì che l’ insperato pareggio giunse ad un quarto d’ ora dal temine con Gianni De Rosa, dopo che lo stesso ad inizio ripresa sfiorò già il successo colpendo una traversa. Nel finale il Napoli mancò di poco la clamorosa vittoria, colpendo un altro legno con il povero Dirceu. Ma la gara più importante resta però la prima, disputata in un torrido pomeriggio del 17 maggio 1981, penultimo turno di un campionato che a sorpresa vide gli azzurri di Marchesi protagonisti sino alla fine, pur con il non irrilevante handicap rappresentato dalla tragedia del terremoto. La Juve, avanti di due punti su Krol e c., conquistò fortunosamente il successo grazie ad un’ autorete di Guidetti, che deviò una conclusione nient’ affatto irresistibile di Verza. La Juve, non senza polemiche ( ricordate il gol di Turone ), vinse poi lo scudetto la domenica dopo battendo per 1 –0 la Fiorentina, finendo avanti alla Roma di Falcao di due punti. Al Napoli ( che concluse al terzo posto ) restò la non piccola  soddisfazione d’ aver regalato ai propri tifosi gioie che, alla vigilia di quel campionato 1980 –’81, venivano ritenute irrealizzabili.

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