NOVEMBER RAIN

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E meno male che dovevamo temere il mese scorso. Il Napoli è uscito fra gli applausi dal cosiddetto “Ottobre Rosso”, dove ha affrontato in ordine sparso le prime quattro in classifica. Col nuovo mese i Reja-boys avrebbero dovuto rifiatare, sulla carta, complici alcuni impegni un attimino più bonari. Invece è successo l’esatto contrario, girata la pagina del calendario ci ritroviamo con un solo punto in due partite, in quello che assume sempre più i connotati di un novembre nero.

A differenza del punticino lavato e stirato ottenuto contro la Reggina, la gara del “Barbera” ha offerto anche spunti piuttosto interessanti. I partenopei sono sì usciti con un pugno di mosche, mostrando però la classica versione da trasferta: squadra aggressiva, che aspetta l’avversario per poi colpire di rimessa, ma nonostante questo si gioca la partita a viso aperto contro chiunque, senza paura. I due gol del Palermo sono frutto di episodi nei quali più che mettere sotto processo la difesa azzurra c’è da elogiare il sempreverde Tedesco, il quale ha trovato due guizzi importanti, invenzioni da tre punti. Certo, in occasione del secondo gol c’è stato l’ennesimo approccio superficiale sulle palle inattive, ma l’inserimento del mediano rosanero è stato perfetto e ha preso alla sprovvista un po’ tutti. Stasera gli azzurri non hanno deluso anche perché hanno creato almeno 4-5 palle gol cristalline spingendo per più di metà gara, in più anche la squadra di Colantuono ha dato il tutto per tutto, tanto che ad un certo punto il match era un susseguirsi di emozioni e capovolgimenti di fronte in cui sarebbe potuto accadere qualsiasi cosa. E’ accaduto che ha perso il Napoli, pazienza, quando ci sono così tante occasioni c’è davvero poco da recriminare.

Se guardiamo ai singoli, si può menzionare Zalayeta come esempio negativo di una squadra che da qualche settimana fatica a trovare la via del gol. Il Panterone è in chiara fase involutiva, il peso specifico lì davanti è sempre lo stesso ma preoccupa l’indolenza con cui gravita a distanza siderale dalla porta. Si propone dappertutto per offrire la sponda ai compagni, il punto è che il centravanti di riferimento dovrebbe essere lui; Hamsik non è un cecchino d’area e lo dimostrano i troppi errori sotto porta, Lavezzi è un fulmine di guerra ma davanti al portiere non ci azzecca sempre. Starebbe all’uruguagio cercare con più insistenza la via del gol, purtroppo in area di rigore lo si vede sempre meno. A proposito di sudamericani, Maldonado entrato per tappare il buco creato dall’infortunio di Contini non è sembrato totalmente all’altezza della situazione. Lo si segnala solo per un’ammonizione e una decina di falli frutto di interventi sempre in ritardo. Se le alternative ai centrali titolari sono queste, bisognerà setacciare il mercato a gennaio in cerca di un rincalzo che possa non far rimpiangere Cupi. Non si chiede certo la luna, ma almeno di giocatori che possano disimpegnarsi dignitosamente in  questa categoria, sicuramente ce n’è bisogno.

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