RAI-CRAK, MONDIALI A SKY

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E’ la fine di un’epoca e, purtroppo, dobbiamo iniziare a farci l’abitudine. Con la RAI, la televisione pubblica, che perde i diritti per un evento unico nel suo genere, i mondiali di calcio, nei confronti dell’impero di Murdoch, Sky, significa proprio che non c’è più nulla da fare. Dobbiamo rassegnarci all’idea di dover pagare tutto, ormai. Anche per vedere l’evento più atteso dagli italiani, i mondiali di calcio. Sky, infatti, ha acquisito il diritto di poter trasmettere tutte le 64 partite, con l’esclusiva di 39 incontri, della kermesse tedesca in programma il prossimo anno a cui si potrà accedere solo abbonandosi alla piattaforma satellitare di Murdoch. La RAI ha acquistato solo 25 incontri (la partita inaugurale, quelle del girone dell’Italia, dei quarti di finale, delle semifinali e della finale) ottenuti già nel 2001, facendo di fatto cadere l’opzione prevista per le restanti 39 partite. E’ quasi assurdo pensare che un avvenimento tanto atteso dai noi italiani e diventato un’esclusiva per pochi privilegiati. I mondiali di calcio erano, forse, l’unico avvenimento rimasto dove si poteva constatare unità sociale. Addirittura anche le donne, a cui basta nominare la parola calcio per vederle volatilizzare, si appassionavano e si gustavano tutte le sensazioni che solo quest’evento sa offrire. Vada per il campionato di calcio a pagamento, per (purtroppo) lo sport in genere a pagamento ma i mondiali no, così in basso non si doveva arrivare. E’ inutile elencare il polverone di critiche che quest’avvenimento ha comportato. Il direttore generale della televisione pubblica, Cattaneo, si è giustificato dicendo che comunque le migliori partite restano in chiaro e che l’acquisizione dei restanti incontri avrebbe provocato un danno ingente alla RAI. Intanto il danno è fatto. Il bello dei mondiali di calcio non è solo seguire le sorti degli azzurri, ma vedere stili di gioco, colori, modi di affrontare le partite e, perché no, esultanze diverse dalle nostre. E tutto ciò se lo potranno godere solo chi è nelle possibilità economiche di pagare un abbonamento non certo accessibile a tutti. No, questo non è il calcio che conosciamo. Il gioco più bello del mondo deve unire, non dividere. A questo punto bisogna chiedersi se la cosiddetta pay-tv non abbia preso decisamente il sopravvento. Certo, la legge del mercato non si può ignorare e Sky non ha fatto niente di illegale ma, con una Rai così debole, è stato un po’ come rubare le caramelle a un bambino.

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