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Senza infamia e senza lode il bilancio azzurro nei dieci incontri disputati nella “ Firenze del Sud “ a partire dal 1949 per finire al 2003, con un totale di due vittorie a fronte di tre sconfitte e cinque pareggi. Una doppietta dell’albanese campione d’ Italia 1942 con la Roma Naim Kriezu , spianò la strada per la vittoria ottenuta il 20 –3 – 1949 in serie B, primo confronto in assoluto fra le due compagini, quella volta disputato in serie B, terminato 3 –2 per gli ospiti. Dovranno passare la bellezza di trentasei anni, prima di assistere ad un nuovo Lecce – Napoli, disputato il 6 / 10 / 1985 nel nuovissimo stadio di “ Via del Mare “. Davanti a spalti gremiti per vedere il fenomeno Maradona, si assistette ad un patto di non belligeranza fra azzurri e giallorossi, entrambi mai pericolosi nel corso dei novanta minuti, terminati come ovvio senza reti. A sorpresa, nel secondo turno della stagione 1988 –’89, un colpo di testa di Marco Baroni dopo appena dieci minuti di gioco, fu sufficiente al Lecce di Mazzone per battere il Napoli “ superstar “ di Ottavio Bianchi. Emblema di quella triste giornata Antonio Careca, che, sbagliò incredibilmente a porta vuota il gol del possibile 1 –1, incapace comunque di assolvere un abulico Napoli, pur con l’ attenuante dell’ assenza di Maradona, alle prese con l’ atavico problema alla schiena. Leggenda vuole, che dopo l’ inattesa debacle, Corrado Ferlaino impose praticamente a Bianchi l’ impiego di Andrea Carnevale, già dall’ anno prima, praticamente mai in campo, pungolato da un tifoso all’ aeroporto, che giudiziosamente gli fece osservare che : “ Un giocatore del Napoli costa quanto tutto il Lecce ; quindi, di regola, il Napoli non può perdere a Lecce ! “. Appena due punti separavano il Napoli dal Milan l’ undici marzo del 1990, handicap azzerato al minuto 54 ° grazie ad un colpo di testa di Carnevale servito al bacio da Crippa, grazie alla contemporanea sconfitta del Milan sul campo della Juventus per 3 –0. Ma l’ indomabile Lecce mazzoniano conquistò il meritato pari con unna zampata dell’ argentino Pasculli, ed alla fine il Napoli dovette accontentarsi di aver quantomeno dimezzato lo svantaggio dalla “ Sacchi band “. Come tutti ricorderanno, alla fine, la spuntarono per fortuna gli azzurri, che, con lo scudetto in petto, furono fermati sullo zero a zero dal Lecce di Boniek nel primo turno del campionato 1990 –’91, che alla fine dopo tre anni, decretò il ritorno in serie B dei salentini, che subirono la stessa sorte nel 1993 –’94, stagione del ritorno fra le “ elette “. Un gran gol al volo del talentuoso uruguaiano Daniel Fonseca consentì al Napoli di Lippi d’imporsi per 1 –0 il 6 marzo 1994, unica annata passata a Megellina dal tecnico campione del mondo. Lo stesso Fonseca, sbagliò su rigore al 75° il punto del possibile 2 –0, risultato invece ottenuto dal Lecce di Prandelli il 23 novembre 1997, con i gol di Rossi e Palmieri, insufficienti però ai pugliesi per evitare di retrocedere insieme al più brutto Napoli della storia, quello del 1997 –’98. Lecce promosso al contrario del Napoli l’ anno dopo, e nuovo successo giallorosso il 20 dicembre 1998 per 3 –1. Due vecchi draghi, Sonetti ed Ulivieri , erano i condottieri di Lecce e Napoli per quel 1998 –’99. Ultimo confronto in A il primo novembre 2000, con Zdenek Zeman alle prese con la brevissima sua avventura in riva al golfo. Grazie ad una buona prova, gli azzurri, reduci da tre sconfitte consecutive, riuscirono anche a portarsi in vantaggio con un rigore di Fresi, impattato poi dello slavo Vugrinec. Identico punteggio si registrò pure il 19 aprile 2003 in serie B, con il Napoli ancora una volta passato in vantaggio per poi essere raggiunto ( marcatori Dionigi e Camorani ). Come in quel 1994 Fonseca, riuscirà Cristian Bucchi a vestire i panni del “ matador “ ?. Ci auguriamo proprio di sì…