SPERANZE E BRUTTI PRESENTIMENTI
E così, il Sudamerica è stato cancellato dall’atlante del calcio; bisogna risalire alla rassegna iridata dell’82 per non trovare Argentina e Brasile alle semifinali. Italia-Polonia e Francia-Germania Ovest, queste le due partite che diedero il là al trionfo degli uomini di Bearzot.
Rossi confermò il suo momento di grazia contro la Polonia più forte di sempre, per Platinì e Rummenigge ci fu invece un’estenuante maratona finita solo ai calci di rigore. I tedeschi, privi per tutto il torneo dell’infortunato Shuster, prevalsero arrivando così cotti all’ultimo appuntamento con i nostri, i quali, va detto, avrebbero vinto anche contro una Germania tirata a lucido.
Quasi un quarto di secolo fa; Cassano, nato il giorno dopo la finale, è emigrato proprio in quel Santiago Bernabeu, Alberto Giardino, venuto alla luce la mattina di Italia-Brasile, è nel ritiro di Duisburg con la speranza sempre più concreta di alzare la Welt Cup.
All’epoca, semifinale Italia-Polonia, un papa polacco assistette alla partita con una bandiera biancorossa tra le mani; a rappresentare il suo Paese vi era la Nazionale di Boniek, Lato, Zmuda, Smolarek…, oggi il Papa tedesco non si è sbilanciato: farà il tifo per entrambe e sarà contento qualunque delle due vinca. Con Toni abbiamo finalmente ritrovato quel cannoniere che, come Rossi, potrebbe portarci dritti dritti alla terra promessa. Corsi e ricorsi storici che possono indurci a pensare bene, molto bene.
Chissà cosa avrà invece indotto O’ ReyPelé a pensar male. Ha detto chiaro e tondo, prima di Francia-Brasile, che aveva un brutto presentimento. Voleva scuotere una Seleçao fino a quel momento non irresistibile oppure era realmente convinto che l’avventura sarebbe finita lì?
Non gli è stato da meno Core ingratoAltafini che, abbagliato da Zidane, rilasciava nella telecronaca alcuni commenti decisamente impietosi – "Guarda, quello lì fa una telefonata, quell’altro legge il giornale e la Francia va in gol".
Abbagliati da Zidane, in verità, lo saranno stati tutti quelli che hanno seguito la partita. È stato perfetto, ha regalato preziosismi e suggerimenti non sbagliando nulla; se davvero a giorni vuole appendere gli scarpini al chiodo avrà di che farsi rimpiangere.
Tutto questo nella giornata in cui tornano ad Harrod’s le wags inglesi seguite dalla truppa dell’incompiuto Ericsson ossia il dolorante Beckham, l’espulso Rooney (con quell’aria da teppistello non gli si perdona nulla), lo iellatissimo Owen, il controproducente Lampard.
Avanti invece il santone Scolari (che velenosa soddisfazione non ritrovarsi di fronte i suoi campioni uscenti) che contenderà l’accesso alla finale al fischiato attore teatrale Domenech. Chi tra i due il 9 luglio sfiderà l’Italia?
Sì, l’Italia, lo diciamo già. Nell’estate ’82 i Rolling Stones erano in tour nel nostro Belpaese, così come lo sono ora, nel 2006; a questo punto non è più possibile sbagliare.