TENTAZIONE BOGLIACINO

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13 ottobre 2006. Vicenza Napoli 1 – 1. Azzurri raggiunti al novantaduesimo da un gol di Cavalli dopo il vantaggio iniziale di Calaiò.Reja, nonostante una classifica dignitosa (quinto posto con 12 punti) decide di cambiare. Sono tante, troppe, secondo il tecnico goriziano, le reti subite (6 in 7 giornate, 0.8 a partita). Dalla gara successiva (Napoli – Crotone) Reja si converte al 3-5-2: dentro Maldonado in difesa, fuori a turno uno tra Calaiò, Bucchi e De Zerbi.Il nuovo sistema di gioco da un lato obbliga Savini e Grava a giocare fuori ruolo, ma dall’altro garantisce 67 punti in 35 giornate con soli 23 gol subiti (0.6 a partita).Con il ritorno in A il Napoli cambia sei undicesimi della squadra titolare e rivoluziona totalmente il centrocampo e l’attacco. A farne le spese due grandi protagonisti della promozione:Calaiò e Bogliacino. Se l’attaccante palermitano ha faticato a trovare spazio in attacco, chiuso dal duo Zalayeta Lavezzi, diversamente il centrocampista uruguagio è riuscito a sfruttare al meglio le quattro gare giocate da titolare in sostituzione di Blasi.E così arriviamo a domenica. Davanti ai microfoni Reja non nasconde un certo dispiacere per l’esclusione di Bogliacino. Naturalmente è difficile immaginare un Napoli diverso da quello visto nelle prime dodici partite di campionato ma alcuni segnali lasciano aperto uno spiraglio.Oltre alle già citate dichiarazioni di stima, nella gara col Catania sono state fatte le prove generali per una difesa a  quattro. Con l’ingresso in campo di Llama il Catania è passato da un 4 – 3 – 3 a un 4 – 2 – 3 – 1. Il Napoli, da parte sua ha risposto con Cupi e Savini larghi, Grava sulla linea dei centrocampisti: Risultato? Gli azzurri hanno letteralmente distrutto il Catania soffrendo pochissimo e creando una mezza dozzina di palle gol.Ritornando a Bogliacino. La difesa a quattro quindi è la “condicio sine qua non” per un inserimento di Mariano nell’undici titolare.

Le opzioni sono diverse e non andrebbero ad inficiare l’equilibrio della squadra:

a)      4-3-1-2. Questa soluzione sarebbe la meno rivoluzionaria. Il centrocampo manterrebbe l’attuale assetto. Unica variante lo spostamento di Bogliacino sulla trequarti a fare da collante tra centrocampo e attacco.

b)      Il cosiddetto “albero di Natale” con Lavezzi e Bogliacino a flottare tra le due linee alle spalle di Zalayeta.

c)      4-4-2 con Bogliacino e Hamsik larghi sulle fasce ma liberi di accentrarsi negli inserimenti senza palla.

d)      4-2-3-1 La soluzione più offensiva tra le quattro. Gargano e Blasi bassi con Bogliacino Lavezzi e Hamsik alle spalle di Zalayeta.

L’ultima opzione potrebbe essere utilizzata nelle gare interne contro squadre che vengono al San Paolo unicamente per chiudersi e portare a casa il pareggio.Le prime tre sono, invece, più universali. Verrebbe valorizzato il punto di forza di questo Napoli: il centrocampo. La “tentazione Bogliacino”, quindi, potrebbe essere soddisfatta in questo modo. Cambiare adesso potrebbe sembrare un azzardo. Il Napoli va benissimo anche così ma, allo stesso tempo, ha le qualità, i giocatori e il tecnico per cambiare pelle e restare competitivo…così come accadde quel 13 ottobre del 2006.

    

 

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