TERREMOTO IN FRIULI

TERREMOTO IN FRIULI src=

Un “Terremoto” ha scosso Udine. Nessuna preoccupazione per la cittadinanza, salvo per i presenti allo Stadio Friuli e per coloro i quali sono afflitti da problemi di “cuore”. I napoletani(presenti a qualsiasi latitudine) neanche stavolta si sono salvati: pressoché impossibile una loro assenza ad Udine. Il disastro è stato provocato da un’arteria del Vesuvio(in questi giorni più che mai al centro dell’attenzione dei vulcanologi) sfociata in terra friulana. Un evento simile, un terremoto del terzo grado della scala Mercalli, aveva comportato le stesse conseguenze patite oggi dai friulani. In Friuli, tuttavia, era del tutto in atteso; non c’era alcun vulcano in eruzione. Di recente erano stati apportati dei lavori d’ammodernamento alle strutture. Solide, secondo le dichiarazioni rilasciate prima, durante e dopo la tragedia: nulla lasciava presagire una simil catastrofe. Appena una settimana prima gli udinesi, guidati dal loro capo di protezione civile Marino, avevano svolto le prove a Milano. Marino, si, proprio come il nostro capo cordata che ha portato con sé i provocatori del movimento tellurico. Stregoni? No, fenomeni!

Il Marino azzurro è di portata superiore. Ha provocato la “Straordinaria” impresa catastrofica, che, invero, non ha recato danni fisici né morali per i presenti in quella località. Chi ha riportato danni, invece, sono stati alcuni nostri concittadini trapiantati. Nessuno tra loro poteva prevedere un siffatto fenomeno. Tutt’altro che graditi come ospiti, eravamo gli “Indesiderati” per antonomasia. Sicuri nelle loro case protette da eventuali difficoltà paranormali, ieri si sono trovati di fronte una squadra paranormale. Situazione incresciosa, non c’è che dire. Cinque scosse, una dietro l’altra. Una catastrofe. Nel primo tempo hanno subito due scosse tremende. Aspettavano il secondo per sfuggire alla replica che avviene sempre dopo le prime scosse. Ebbene, poco dopo l’intervallo, subivano altre scosse demolitrici. La prima scossa è stata ribattezzata “Duetto”, in quanto provocato da Zalayeta e Lavezzi. Le altre, considerata la potenza di questa, sarebbero state fatali. Alla fine si sono contate cinque scosse, e potevano anche essere di più! La terra tremava sotto i piedi: ben poco è rimasto in piedi, quasi tutto distrutto intorno. La natura li ha risparmiati nel non demolire quelle poche mura rimaste in piedi: tuttavia non erano più edificabili. Erano da rifare. Gli sforzi dei soccorritori accorsi in aiuto dei feriti nel “morale” hanno soltanto peggiorato la situazione. A differenza di chi era presente fin dai primi movimenti, e avrebbe potuto salvare il salvabile, chi è subentrato a catastrofe in atto non ha potuto far altro che verificare la cruda realtà: tutto raso al suolo. Solo verifiche e valutazione dei danni. 5 scosse – 0 salvataggi. Non occorreva andare oltre, si attendeva solo la fine del sistema tellurico. Sconvolti i volti di quelli che avevano subito danni morali. Chiedevano scusa a chi li aveva sostenuti, a chi era accorso allo stadio Friuli, riaperto dopo i lavori svolti secondo i dettami del decreto salva-calcio. 

Sarebbe ingiusto fare un sol nome. E’ doveroso citare tutto il collettivo; tutti sono stati fenomenali. I nuovi e i vecchi hanno giostrato attorno al “Fulmine”. El Loco Lavezzi è stato classificato all’ottavo grado della scala Richter, quella che genera i tristemente noti tsunami. Abbiamo classificato le scosse secondo quest’ordine: Zalayeta la prima, poi Domizzi, Lavezzi(distruzione totale). Infine la scossa Sosa, prima della quale Zalayeta aveva concesso il bis. Gli scampati di fede bianconera, alla fine, ringraziano per quanto capitatogli: poteva andare anche peggio!

 

Translate »
error: Content is protected !!