UN NAPOLI IN STILE PROVINCIALE STRAPPA UN PAREGGIO ALLA JUVE

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E vissero tutti felici e contenti. Quello che resta di una Juventus con più cerotti che uomini riesce a portare a casa un punto da una bolgia di settantamila anime che spingevano una squadra, il Napoli, che più che di una spinta ormai avrebbe bisogno del carro attrezzi. I vertici azzurri, invece, si mostrano soddisfatti per questo pareggio da cui in realtà si dovrebbe evincere la grande confusione in cui naviga il povero tecnico Reja, che ormai fra mugugni ed esperimenti vari sembra essere alla frutta.

Partita tutto sommato noiosa, la noia malattia cronica di questa squadra senza nerbo, senza idee, senza testa. GLi uomini in campo sembrano giocatori di subbuteo imbrigliati in schemi nei quali si trovano quantomai scomodi. Sembra quasi volontaria la scelta di Reja di schierare pedine inadatte ai ruoli quando le alternative potrebbero senz'altro fare meglio. Assodata la penuria di difensori, il problema principale si verifica come sempre in mediana, con la conseguente sterilità dell'attacco che fatica a ricevere palloni giocabili. Centrocampo tutto muscolare escluso il malcapitato Bogliacino cui si accollano sempre responsabilità che non è evidentemente in grado di sostenere, con tutta probabilità Dalla Bona stasera sarebbe stato molto più a suo agio, agendo da interno (al posto magari dell'abulico Montervino), rispetto al ruolo di vertice laterale del rombo che ha sempre ricoperto finora con scarsi risultati. L'inserimento nell'undici iniziale di Trotta, chiaramente più offensivo di Garics, comporta il sacrificio dello stesso capitano, obbligato dal mister a giocare in marcatura fissa su Del Piero e quindi da difensore aggiunto. Dunque se consideriamo anche Grava, più terzino che esterno di centrocampo, i difensori continuano ad essere cinque. Inoltre lasciando fuori De Zerbi, che sarà pure assente per quasi tutta la partita ma può essere l'unico a inventare improvvisamente la giocata geniale, non c'è neanche la minima speranza, eccezion fatta per il solito funambolico Calaiò, che si vedano azioni in grado di infiammare il pubblico. Pertanto, come già denotato in precedenza, il problema del Napoli oltre che negli uomini o negli schemi sta soprattutto nel catenaccio ad oltranza proposto dal tecnico, che attua in maniera ostinata misure di sicurezza inopportune per gli avversari che si vanno ad affrontare. La Juventus di oggi era assolutamente rimaneggiata, non equivale alla vera Juve che sta facendo sfracelli nel campionato cadetto, quindi un pareggio con i bianconeri allo stato attuale corrisponde ad una X con una qualsiasi altra squadra del girone.

Dispiace constatarlo con amarezza, ma ormai la squadra sembra essere entrata in un tunnel dal quale è difficile capire come uscire, qualche punticino arriverà senza dubbio ma ormai la crisi di gioco si sta accompagnando anche a quella di risultati. Il presidente non può sbandierare soddisfazione per questo sonno profondo in cui sono caduti i ragazzi, nel vuoto assoluto di idee e di gioco che costringe i difensori agli inutili lanci di 60 metri a scavalcare il centrocampo, non può dichiarare che l'obiettivo stagionale è una metà classifica quando il mercato è stato degno di una fuoriserie, per capitali investiti. E fa un certo effetto sentire queste parole proprio da lui che dovrebbe essere il primo tifoso partenopeo e quindi dovrebbe ricercare lo spettacolo più dei punti. Prima che a sè stesso, comunque, il buon De Laurentiis lo deve ai tifosi che tanto adora, tifosi che hanno sovraffollato lo stadio riempendo anche scalinate ringhiere e zone di passaggio delle curve, lo deve a loro perchè non meritano di essere ripagati degli infiniti sacrifici che fanno con questo spettacolo indecoroso in campo.

Chi sta scrivendo quest'articolo la partita l'ha guardata appollaiato come un pappagallo ad uno dei poggiapiedi dei sedili della curva B, abbracciando e fraternizzando con persone che neanche conosceva (anche in virtù dell'ostracismo della dirigenza partenopea nei confronti della nostra testata, con relativo ritiro dell'accredito per la tribuna stampa), perchè si è tutti lì per lo stesso motivo: l'amore per questi colori, motivo di unione per gente di qualsiasi tipo che viene a contatto in maniera sempre pacifica e amichevole, sugli spalti. Il tifoso in genere ricerca un attimo di esaltazione in una bella giocata, se di belle azioni ce n'è una o due in 90 minuti perdono di senso anche la fila ai botteghini, le ore di attesa sui sediolini per i posti migliori, la voce che va via e l'incredibile traffico pedonale all'esterno dello stadio. Il catenaccio non piace a nessuno, il pubblico può anche accettare di tornare in A in due anni a patto che però almeno ci si diverta. Lo faccia per i tifosi, il presidente, dia uno scossone a questa squadra e ci regali un Napoli d'attacco, come intonava stasera, poco dopo il pareggio, un coro degli ultras.

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