UNA ROSA SOPRAVVALUTATA

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Chi avrebbe mai detto che, anche in terza serie, il Napoli avrebbe regalato ai suoi tifosi così tante delusioni. Più avanti si va in questa lunga rincorsa verso la serie B più vengono fuori amare e crude verità le quali ormai non possono più essere velate da più o meno attendibili giustificazioni. Siamo passati dalla mancanza della preparazione precampionato e dai campi pesanti che avrebbero penalizzato la maggior tecnica del Napoli, ad addirittura dare la colpa al vento. Che assurdità! E se la verità fosse un’altra?In un ambiente, come quello di Napoli in cui tanto presto si osannano gli eroi così come li si smitizza, è faci disilludersi e affrontare la dura e cruda realtà.Di chi le colpe? Chi ha sbagliato e sta continuando a sbagliare nella gestione o nella costruzione di un gruppo vincente.A questo punto bisogna guardare ai singoli per capire che il Napoli, probabilmente non è la squadra che tutti fino ad ora avevano immaginato.La difesa è stato il reparto che ha subito le più macroscopiche modifiche, nonostante l’anno scorso non sia stato il reparto più deludente. A fronte dell’arrivo di un grande portiere, come da anni a Napoli non se ne vedevano, ancora ci si chiede i motivi della partenza di Scarlato e Ignoffo, una coppia che soprattutto per la personalità ma anche per la tecnica, aveva dato buoni segnali sia a breve termine che in prospettiva serie B.. Si è rinunciato a due centrali di assoluto rispetto per scommettere su una coppia come quella formata da Maldonado e Romito che stanno enormemente disattendendo le aspettative dei tifosi. Il primo, uno dei corresponsabili della retrocessione del Venezia in serie C; il secondo una promessa ancora troppo acerba per essere titolare in una squadra che ha il dovere di vincere il campionato. Grava è invece un giocatore dal rendimento troppo altalenante che in serie B non ha trovato posto proprio per la sua mancanza di costanza che gli è costato il posto di titolare nel Catanzaro. A sinistra, a parte Savini, non si possiede una grande alternativa, tra Lacrimini e Briotti che per un motivo o per l’altro non danno garanzie di copertura. Domanda: non sarebbe stato meglio trattenere Bonomi?.A centrocampo Fontana ha forse esaurito le pile, ha bisogno di un’alternativa essendo molto difficile per un 36 enne sobbarcarsi così tante responsabilità. Sul piano qualitativo, il giocatore che anche in prospettiva dà garanzie è Bogliacino, lui sì dotato di tecnica superiore. Montervino e Capparella hanno dalla loro tanta generosità ma più di tanto non gli si può chiedere. Ed ora la delusione maggiore, quest’attacco che ormai da diverso tempo non punge più, con la promessa Calaiò che sta deludendo in maniera grandissima chi gli pronosticava un futuro alla Giardino del Napoli. Un giocatore che a me personalmente non è mai piaciuto: lento, macchinoso, incapace di saltare l’uomo e assai prevedibile. Tutt’altra musica rispetto alle caratteristiche dei brevilinei, agili e scattanti attaccanti della serie C. Il loro identikit è disegnato da due giocatori che Marino avrebbe potuto prendere ma stranamente gli sono sfuggiti: parlo di Soncin e Cellini, due garanzie.Ancora più sopravvalutato Pià, a cui nulla ha da invidiare un giocatore come Floro Flores che ad Arezzo sta facendo molto bene. Lui forse sarebbe potuto essere un investimento. Ma si sa:"l’erba del vicino è sempre la più verde".Di questa squadra che pensavamo essere una corazzata e invece si è dimostrata essere una semplice squadra composta da discreti giocatori, colpisce soprattutto il continuo peggioramento qualitativo e mentale, un passo del gambero che deve far riflettere.Comunque vada questo campionato, nel profondo i tifosi rimarranno sempre feriti dalle parole di Montervino, poiché anche se il Napoli dovesse vincere questo campionato non solo avrà fatto il suo dovere e non cancellerà l’onta delle sconfitte con Massese e Torres, ma avrà vinto un torneo più per demeriti altrui che per meriti propri, così allontanando ulteriormente gli innamorati di questa squadra che ancora una volta sono costretti a guardare al futuro con grandissima preoccupazione dopo anni d’inferno che sembravano essere ormai alle spalle.E allora tutti, da Marino, a Reja ai giocatori, ammettano le proprie responsabilità e che ognuno faccia del proprio meglio per meritare questa maglia.C’è bisogno di uomini dalla mentalità vincente non di sterili impiegati e colletti bianchi del pallone.In serie B bisognerà arrivarci con le giuste credenziali, da squadra forte e non da squadra vincente perché meno scarsa delle altre.

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