Benvenuto Spalletti: solidità e tigna

L’espressione “usato sicuro” è quella che spinge un ipotetico acquirente a scegliere un oggetto X, privilegiandolo rispetto all’incerta novità. È un principio che vale nel commercio in generale ma che può essere applicato alle scelte di alcuni club per la prossima serie A.

Allegri alla Juventus, dopo Sarri e l’anno passato con il Maestro attendendo l’esplosione di “Pirlolandia”.

Maurizio Sarri alla Lazio, orfana di Inzaghi, scelta di cervello per Lotito e di cuore per l’ex Napoli che ha ammesso di voler tornare a divertirsi allenando e che la panchina biancoceleste per lui è la scelta migliore.

Il ritorno – mediaticamente pirotecnico – di Jose Mourinho in Italia alla RomaI giallorossi dopo anni in chiaroscuro vogliono tornare ai vertici e scegliere lo Special One è un messaggio forte al campionato: la Roma vuole essere non solo grande ma proprio “special”.

In fine il Napoli che accoglie in panchina dopo il calcio liquido ancelottiano e quello gassoso targato Gattuso, un uomo sicuramente solido: Luciano Spalletti.

Non sarà questa la sede in cui si discetterà delle capacità del mister toscano, i risultati raggiunti nella sua carriera parlano e ci restituiscono l’immagine di un allenatore che come un buon cuoco sa cucinare con gli ingredienti a disposizione e che soprattutto non vuole consigli su cosa portare in tavola.

L’ha reso ben chiaro nel corso della prima conferenza stampa tenutasi qualche giorno fa al cospetto della dirigenza azzurra e di colleghi giornalisti che hanno cercato di cavare pensieri, impressioni e pareri da un uomo che sappiamo avere dalla sua tigna e dialettica. Con Spalletti non si scherza: sa usare le parole ed è capace di scelte pesanti, dentro e fuori dal campo.

A fronte di un allenatore con tale peso specifico, sono molti i nodi da sciogliere prima dell’inizio della stagione: la querelle Insigne, il tetto ingaggi, il mercato in uscita – più di quello in entrata – il rapporto con De Laurentis e quello da ritrovare con la piazza partenopea.

Se Spalletti crede sul serio alla frase celebre uomini forti per destini forti, la certezza è che sarà in grado di districare parecchie delle situazioni che hanno impantanato il Napoli negli ultimi due anni.

Perché è innegabile che qualcosa sia successo in casa azzurra: una barca che veleggiava dritta ha perso la bussola e – in termini del concetto di “usato sicuro” – chi scrive non riesce a immaginare un allenatore più giusto di Luciano Spalletti in questo momento della storia del Napoli.

“Ripartire” o se piace di più “ridimensionare” sono soltanto verbi e di parole nelle ultime due stagioni ne abbiamo sentite tante o nessuna.

Le parole appartengono alla sfera del pensiero, oggi urgono azione e solidità. Non possiamo – come giornalisti e tifosi – non augurare la migliore delle annate a mister Spalletti, di carattere e personalità roboante e che magari – senza troppe aspettative rispetto alle altre contendenti  – possa essere lui a spuntarla, lui il toscano giusto in azzurro: poche idee e molta azione. Con un calcio verace e “contadino” fatto da scugnizzi, come ha chiesto lui stesso, per contrastare la troppa filosofia che c’è nel campionato di Serie A.

Restiamo in sospeso fino al termine dell’Europeo, poi saranno settimane piene di congetture e parole: Napoli nonostante sia schiacciata dalla retorica ha bisogno di solidità, di un destino forte da perseguire. Anche partendo dal basso, in casa nostra, alle pendici del Vesuvio del resto ci siamo abituati. Il Napoli ha bisogno di amare fortissimo di nuovo e l’augurio è che Spalletti possa riuscire nell’impresa di tornare a far cantare al Maradona quel coro che tanto gli piace:

Sarò con te, ma tu non devi mollare

I forti non mollano. A uomini forti destini forti: quella di Luciano sulla panchina azzurra sarà sicuramente, nel bene o nel male, una storia da raccontare.

Translate »
error: Content is protected !!