Come Spalletti ha distrutto Sarri!
Un pareggio in tre partite, questo era lo score del Napoli nelle ultime tre gare. Verona, Inter e Spartak Mosca, questi i tre avversari che avevano messo a nudo situazioni negative che per i tifosi del Napoli erano quasi state dimenticate. Gli infortuni, il covid, qualche elemento sotto tono, ma ecco che Spalletti non ha pianto sui problemi. Luciano sapeva che al Maradona (vestito a festa per ricordare il suo campione di sempre Diego) sarebbe scesa una Lazio col proposito bellicoso di portare via i tre punti, col solito Sarri pronto a mostrare il dente avvelenato nei confronti del proprio passato e con Immobile che da 6 gare di fila faceva sempre gol al Napoli.
Nei giorni antecedenti il match contro la Lazio, si era parlato di qualche novità tattica, addirittura di una possibile difesa a tre. Contro la Lazio il Napoli è partito in fase di non possesso col suo solito 4-3-3, in realtà con un attacco mini (vista l’assenza di Osimhen) formato da Mertens, Insigne e Lozano, col centrocampo che contava solo due degli habitué (Fabian e Zielinski) e che rispolverava Lobotka (visto il forfait di Anguissa). In difesa il solito quartetto (Di Lorenzo, Koulbaly, Rrahmani e Mario Rui). Apparentemente nulla di nuovo tatticamente, ma non è stato così. In fase di possesso, infatti, il Napoli annoverava lo scivolamento di Mario Rui più avanti rispetto al normale, mentre Di Lorenzo faceva compagnia a Rrahmani e a Koulibaly. In questo modo sembrava un 3-4-2-1 con centrocampo a quattro (con lo stesso Rui, Fabian, Lobotka e Zielinski), con Lozano che a sua volta giocava sulla stessa linea di Insigne in fase di pressing alto, lasciando il solo Mertens a pungere in avanti, ma il belga favoriva pure gli inserimenti di almeno 5-6 compagni senza palla. Risultato? La Lazio non aveva punti di riferimento. Oltretutto, complice anche la grandiosa partita di Lobotka, anche a centrocampo il Napoli aveva predominio con quel gioco di prima che saltava il banco e presentava gli attaccanti azzurri spesso al tiro. Poi il talento di Zielinski, Mertens e Fabian ha fatto la differenza nel 4-0 finale, ma la musica era adatta ai musicisti che l’hanno suonata divinamente.
Non è la prima volta che Spalletti ha attuato questo gioco di movimenti, ma mai in modo così accentuato. Sarri ha cercato di porre rimedio alla situazione che si stava creando, ma di fronte aveva un Napoli super come non lo si vedeva da un po’. La miglior prestazione stagionale. Questo disegno tattico sarà sicuramente riproposto da Spalletti in altri match, visto che il Napoli con Osimhen ed Anguissa non lo vedremo per un po’.
EZIO PERRELLA