Con Osimhen più soluzioni anche sulle palle alte
59′ minuto di Venezia-Napoli: cross al bacio di Politano, colpo di testa di Victor Osimhen e il Napoli sblocca così una partita che si era fatta complicata (anche per un paio di interruzioni piuttosto lunghe).
Riavvolgendo il nastro, il Napoli ha sempre avuto in mano la gara del Penzo, ma non riusciva a sfondare perché il Venezia si chiudeva a riccio, disposto su due o talvolta tre linee, lasciando il solo Okereke a proporre il contropiede lagunare. Addirittura il centrale Ceccaroni rompeva la linea andando a prendere Zielinski sulla trequarti e anche oltre. Il 4-2-3-1 del Napoli si trasformava talvolta in un 3-3-4, con Rrahmani che lasciava il quartetto difensivo e portava palla per aiutare il giro-palla azzurro. A turno salivano DI Lorenzo e Mario Rui, che però trovavano ingolfate le rispettive fasce di appartenenza. Quando Osimhen veniva lanciato lungo, apriva la difesa veneziana, ma non sempre i compagni lo accompagnavano dovutamente (e questo è un piccolo difetto del Napoli). Unica occasione di rilievo dei primi 45′ minuti era il palo colpito proprio dal nigeriano, vero e proprio spauracchio dei lagunari. Ma al riposo era solo 0-0.
Durante l’intervallo, ci si aspettava subito qualche avvicendamento. Chi non avrà pensato all’ingresso soprattutto di Mertens al posto, ad esempio, di un Insigne poco ispirato? Invece Spalletti insisteva con l’11 iniziale. Negli spogliatoi avrà chiesto qualche cross in più. Ed eccolo accontentato, come detto, al 59′, da Osimhen che svettava tra Caldara e Ceccaroni, battendo Lezzerini (fin lì poco impegnato, seppure il Napoli avesse il 72% di possesso palla). I cambi di Zanetti non tardavano ad arrivare, rinforzando soprattutto l’attacco. Il Napoli, difensivamente parlando, è una roccia. Soprattutto coi due centrali Rrahmani e Juan Jesus. In una sola occasione il Napoli rischiava nella ripresa, su azione di Henry (peraltro col sospetto di un fallo su Juan Jesus) e palla salvata dal provvidenziale intervento di Lobotka, un gigante in questa partita. Tuttavia uno degli errori che faceva il Napoli era aver smesso di crossare per Osimhen ed anche per il neo entrato Petagna (autore del 2-0 finale azzurro). E’ pur vero che la coppia dei centrali Caldara-Ceccaroni ha stazza ed altezza, ma il Napoli con Onimhen e con Petagna non scherza. Anche sui corner, talvolta, il Napoli li batteva corti, come se cercasse sempre di aggirare il Venezia e mai un approccio diretto all’area piccola di Lezzerini.
Il Napoli vince e intravede l’Inter, distaccando l’Atalanta e tenendo a distanza la Juve. Ci sono ancora dei margini di miglioramento che offriranno i ritorni di Anguissa e Koulibaly (fresco campione d’Africa). Ma ora si è ritrovata anche l’arma che mancava, ossia il colpo di testa del centravanti, quello di Osimhen, che nel girone di andata aveva prodotto tre punti, ad esempio, col Torino.
di Ezio Perrella