Juventus: un punto e tanto da pensare!
Il consueto dito contro anche questa settimana non può non puntare all’indirizzo della Juventus.
Troppo lampante la debacle contro l’Empoli, pur riconoscendo il valore della squadra allenata da Andrezzoli, per non chiedersi – anche se alla seconda giornata – se in casa Juve non ci sia qualcosa che non va.
Di certo Allegri pensava a un esordio diverso per la sua seconda avventura in bianconero, invece la squadra ha un solo punto: pareggio alla prima e sconfitta alla seconda. Se i meccanismi possono essere oleati, se il motore può riprendersi e tornare a funzionare è indubbio che la macchina in generale non va come dovrebbe.
Inutile stare a spendere parole per i fatti di campo, basti pensare alla quaestio Ronaldo.
La Juventus perde CR7 – volato verso il “suo” United in maniera clandestina – si ritrova con un buon parco attaccanti sì ma privo della stella che doveva assicurare l’Europa che conta.
L’addio di Ronaldo certifica – nonostante le coppe conquistate – il fallimento degli ultimi anni per la Juventus.
Bruciate a causa del fenomeno portoghese due avventure diametralmente opposte: quella del bel gioco di Sarri e l’esordio Pirlo. Tutti in riga, tutti zitti davanti ai capricci di Cristiano, capace come pochi di fare il bello e cattivo tempo. Tutti tranne Max. Allegri l’ha detto chiaramente:
Vanno via i calciatori, la Juve resta
Concetto perfettamente applicabili a tutti i celebri addi in un calcio ormai privo di bandiere e un po’ anche di cuore. Però, una società che pensava addirittura di tirarsi fuori dal campionato italiano per la SuperLega, non può concedersi passi falsi come la cessione – per le modalità – di CR7. Come non potrà a lungo concedersi un portiere distratto, perché si chiama Juventus e lo sappiamo che lì “vincere è l’unica cosa che conta”.
La prossima partita, dopo la sosta, sarà contro il Napoli di Spalletti reduce da due vittorie e a punteggio pieno.
Cosa sarà della partita solo il tempo potrà dircelo: attendiamo una Juve al veleno e un Napoli arrembante anche se, seppur dopo solo due giornate, la questione scudetto non sembra più affaire Torino/Napoli come qualche anno fa.