Mutti a PN:”Atalanta-Napoli crocevia per entrambe, con Mertens la manovra deve essere più avvolgente”

Bortolo Mutti, ex allenatore di Atalanta e Napoli, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai microfoni di Pianetanapoli.it, in vista del match di domenica tra la formazione di Gasperini e quella di Spalletti e commentando anche la debacle della nazionale italiana.

 

1) Che tipo di partita si aspetta domenica? Quale delle due squadre, a suo avviso, riuscirà ad imporre maggiormente il proprio gioco?

“Mi aspetto una partita molto aperta, anche per necessità delle due squadre, che hanno sicuramente bisogno di non perdere contatto con le dirette concorrenti. Per questo motivo penso che possiamo attenderci una sfida estremamente aperta: l’Atalanta per recuperare punti nella zona di alta classifica che sta perdendo e il Napoli per essere più a ridosso del Milan, anziché andare in difficoltà con l’Inter. Sicuramente sarà una partita da goderci. Nella stessa giornata ci sarà anche Juventus-Inter che sarà importante e potrebbe trarne beneficio il Milan. Rappresenta uno spartiacque, forse soprattutto per la Juventus, che potrebbe fare un ulteriore balzo e consolidare la propria rincorsa verso il vertice e per l’Inter invece, per dare prova di aver recuperato una situazione che gli sta sfuggendo di mano.” 

2) Quanto peserà l’assenza di Victor Osimhen? Probabilmente giocherà Mertens dal primo minuto. Sulla base di questo si aspetta uno sviluppo della manovra diversa da parte del Napoli?

“Sicuramente gli interpreti sono completamente opposti. Conosciamo bene l’importanza di Osimhen, il quale consente di giocare con la soluzione delle palle lunghe. È un giocatore polivalente per il suo modo di porsi e dare le direttive di attacco ai propri compagni di reparto. Mertens predilige il fraseggio corto, l’uno due e situazioni molto rapide in area. Bisogna fare una manovra più avvolgente rispetto a quella che potresti fare con Osimhen e cercare circostanze più estemporanee in fase offensiva.” 

3) Calendario a confronto e considerando condizione psico-fisica attuale, quale squadra vede favorita per la lotta al vertice?

“In questo momento metterei Milan, Inter e Napoli sullo stesso piano. Nelle ultime settimane hanno fatto tutte fatica a portare a casa il bottino pieno. Le ultime gare sono tutte insidiose perché ci saranno obiettivi diversi da parte delle varie squadre che si incontreranno: chi per la salvezza e chi per l’Europa. Al calendario non do una grande importanza, penso che sia fondamentale capitalizzare al massimo nell’immediato. Essere sul pezzo e non pensare troppo al calendario, anche perché molte volte si sono perse occasioni importanti in alcune sfide sulle carta più abbordabili.” 

4) Come valuta il rendimento del Napoli e la prima stagione di Spalletti sulla panchina azzurra fino a questo momento?

“C’è sempre il senno del poi, però al di là di tutto io penso che stia facendo un lavoro importante anche in virtù di tutte le problematiche e le assenze che ha dovuto gestire durante l’annata. Ritrovarsi a ridosso della prima e potersi giocare il campionato a poche giornate dal termine è testimonianza di un lavoro positivo. È vero che le assenze di Osimhen, Rrahmani e Di Lorenzo peseranno in vista di domenica, però Spalletti è sempre stato bravo ad ottimizzare qualsiasi formazione nei momenti di grande emergenza. Gli vanno fatti soltanto i complimenti per ciò che ha fatto.” 

5) A suo avviso erano ormai maturi i tempi per una separazione tra il Napoli e Lorenzo Insigne? Dopo l’addio dell’attuale capitano si immagina una variazione nell’assetto tattico?

“E chiaro che potrebbe essere una soluzione da adottare. Bisogna vedere anche cosa farà la società sul mercato e la volontà dell’allenatore di dare eventualmente un volto nuovo alla squadra. La perdita di Insigne chiude un ciclo importante, però allo stesso tempo bisogna creare i presupposti affinché ci sia continuità nel valore tecnico e per quel che concerne gli obiettivi. Credo che il Napoli si muoverà in modo adeguato. Onestamente mi dispiace per questa separazione tra Insigne e i partenopei, per motivi legati ai vincoli, al senso di appartenenza che i giocatori instaurano con il territorio e la città. Insigne rappresenta Napoli e il popolo napoletano, per cui mi dispiace che ci sia questa divisione. Tuttavia bisogna sempre essere in due per fare i matrimoni e vuol dire che probabilmente qualcosa non è andato nel verso giusto.” 

6) La debacle della nazionale italiana è un pò una cartina di tornasole dei risultati mediocri delle squadre di club nelle competizioni europee. Quali sono i problemi strutturali del nostro calcio?

“Dovremo star qua una settimana a parlarne (ride, ndr). Quando ci sono queste situazioni se ne parla soltanto e non si fa più niente. Si fa solo propaganda e basta. Bisogna fare delle grandi riflessioni e compiere delle azioni impopolari per dar vita ad un calcio che ormai è in mano a società straniere, a procuratori e determinate situazioni tutt’altro che interessate alla nazionale italiana. Ci sarà veramente da fare un percorso importante, ma sul serio. Non bastano le parole e io, a dire il vero, non vedo un futuro roseo per l’Italia, ma solo grandi difficoltà. Il futuro lo stanno creando le squadre di media caratura, mentre le squadre di rango che fanno la Champions non sanno rifornire la nazionale in modo adeguato.” 

 

 

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