Spalletti batte Gasperini in ogni parte del campo
Spalletti ne ha vinto un’altra. E stavolta non solo sul campo. In settimana ha apostrofato un quotidiano prodotto al nord (ma di diffusione nazionale) perché stava montando casi sul Napoli che avrebbero potuto creare destabilizzazione nell’ambiente. Poi ha battuto sul campo un’Atalanta che aveva l’ultima (forse) possibilità per rilanciarsi nella corsa Champions, impegno reso ancor più improbo per gli azzurri viste le assenze di Di Lorenzo, Rrahmani e Osimhen. E qui il mister di Certaldo ha dovuto operare delle scelte non facili. Intanto ha riconfermato il 4-3-3, lanciando in attacco il neo papà Mertens al centro dell’attacco, con Insigne e Politano ai suoi lati. A centrocampo non Fabian (che ha avuto qualche problemino in settimana, poi è entrato nella ripresa) ma Zielinski insieme a Lobotka e Anguissa. In difesa, scelta più che facile, Juan Jesus ha affiancato Koulibaly. Ma la scelta più difficile era quella relativa alla posizione di terzino destro, visto che il ballottaggio era tra il giovanissimo Zanoli (pochi spiccioli di partite in carniere) e Malcuit (giocatore uscito dai radar del tecnico azzurro). Alla fine la scelta è ricaduta (e giustamente) su Zanoli. A sinistra, come sempre, Mario Rui. In porta, come sempre, Ospina.
Dopo un’iniziale sofferenza dovuta agli attacchi decisi degli orobici di Gasperini, il Napoli ha preso in mano il pallino del gioco e sull’asse Zanoli-Mertens ha trovato il rigore trasformato da Insigne. Nell’azione del penalty, in un primo momento non fischiato dal signor Di Bello, si sono viste la progressione del giovanotto della primavera azzurra e la profondità del numero 14 belga che ha rubato il tempo a Musso in uscita. Ma il Napoli non si è fermato. Una zingarata di Lobotka trovava il calcio di punizione da cui scaturiva l’assist delizioso di Insigne per Politano e dunque il 2-0 azzurro, uno schema di quelli studiati attentamente in allenamento. Del resto solo così si poteva scardinare la rocciosa retroguardia atalantina.
Nella ripresa il Napoli teneva il gioco in mano e talvolta esagerava (come nel primo tempo) con le solite ripartenze dal basso che lo costringevano a perder palla più volte sul pressing soprattutto di De Roon e Freuler. Ma il Napoli stavolta non soffriva più di tanto i quinti dell’Atalanta, anche grazie al lavoro in ripiego degli esterni d’attacco. Il gol dell’1-2 atalantino di De Roon non scalfiva gran che il Napoli. Anzi! L’ingresso di Elmas al posto di Politano è servito soprattutto per arginare Boga in raddoppio con Zanoli. Il macedone ha poi giocato a sinistra (dove si esprime meglio) e segnato il terzo gol per gli azzurri su assist del neo entrato Lozano. Inutili gli ultimi tentativi dell’Atalanta. Gasperini non ha nemmeno tentato di mandare in campo Zapata, recuperato proprio per questa gara (troppo frettolosamente). Il Napoli vince e rimane lassù, non molla, ci crede sempre al titolo. Dalle prossime partite, ci saranno nuovamente Osimhen, Di Lorenzo e Rrahmani. Squadra al completo che ora ha il compito di fare i punti in casa, imitando l’andamento record che ha in trasferta. Impresa non semplice ma doverosa.
EZIO PERRELLA