Chi si accontenta (non) gode
La squadra di Spalletti non si è sentita soddisfatta di un eventuale pareggio (che comunque non sarebbe stato da buttare). Ha mostrato ancora una volta tutto il suo repertorio sul campo: palleggio, gol e anche capacità di gestione. La festa del Maradona, al triplice fischio, è totale come il calcio espresso da una squadra che recita ormai in maniera naturale lo stesso spartito anche se gli interpreti cambiano. Si chiama forza. Che si traduce in consapevolezza. Simeone ha chiuso la pratica e la partita in un quarto d’ora circa con un goal alla Gonzalo Higuain. Napoli non si accontenta, ed è questo il (nuovo) manifesto della stagione. Il gruppo di Spalletti ha tre centravanti a disposizione, uno più forte dell’altro. Chiunque venga scelto dall’allenatore segna. E non solo i centravanti, ormai i marcatori aumentano ad ogni gara. Spalletti ha applaudito i suoi, tutti. Si è quasi commosso al secondo gol di Simeone, così come il Cholito è corso a prendere l’abbraccio di tutti i suoi compagni.A Raspadori è mancato l’acuto, ma non ha sbagliato nulla. Ma cosa è cambiato dallo scorso anno? Abbiamo ancora tutti negli occhi l’atteggiamento arrendevole bella gara interna contro l’Inter. Quando negli ultimi minuti il pallone si gestiva anziché provare una giocata che permettesse di vincere il match. Questione di mentalità.