“CINQUE MINUTI E POI…”

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Ampiamente insufficiente, questo il giudizio della gente, in partita per cinque minuti, quelli iniziali, poi scende il buio, la compagine bianconera prende le distanze e incomincia a dettare i tempi, e il Napoli? Si ha la netta sensazione che si sia fermato con la testa a Bologna.Si è intravisto De Laurentiis a fine partita, non era certo allegro, non vorremmo essere nei panni del tecnico e dei giocatori, è vero che alla vigilia sono stati fatti proclami di stima reciproca, uno firmava per il pareggio, l’altro diceva che a Torino si poteva anche perdere, ma sul campo, giocarla la partita è tutta una altra cosa, già, giocarla, gli altri si giocano la partita, il Napoli, grazie alle solite decisioni cervellotiche, No.

Mister, il 4-4-2, mai vero? Poi sul finale si, Trotta dall’inizio no, vero? Dopo si, misteri del calcio, il gioco più bello e semplice del mondo, offeso e mortificato da decisioni assurde, ma il calcio è bello anche per questo, ognuno lo vede a modo suo, giusto o sbagliato che sia.Pensiamo e siamo vicini a quei ragazzi che in quattro giorni hanno fatto circa tremila chilometri per stare accanto alla squadra, a quanti dal nord Italia hanno ancora una volta masticato amaro, è difficile da mandare giù, essere accolti al grido di “Resterete in serie B”  e vedere la propria squadra incapace di reagire fa male, molto male.

Sentire a fine partita le dichiarazioni di Reja fa ancora più male: “I lanci lunghi sarebbero stati buoni se fossero arrivati dalle fasce”, ma chi doveva farli? Grava? Che doveva occuparsi di Nedved? O Trotta che era seduto in panchina, prendersela poi con la sfortuna è diventato un ritornello, “Avrei voluto vedere se quei palloni di Domizzi e Sosa fossero entrati cosa sarebbe successo”, dichiarazioni queste che lasciano il tempo che trovano, con i se e i ma non si fa il calcio, anche le dichiarazioni del DG e del presidente, parole di compiacimento per la Juventus ed i suoi gioielli, sembrava un coro ben orchestrato, ripetiamo, noi non avremmo voluto essere nei panni di Reja e dei calciatori.

Ora sabato c’è il Pescara, che nel recupero a Treviso a perso per una rete a zero, verrà a fare la sua partita, quella della disperazione, sta a voi non fargliela fare, Pescara e Treviso sono due tappe fondamentali per andare in A, parliamo di due squadre di bassa classifica non di alta classifica, stavolta non avete scusanti, queste partite dovete e potete chiuderle nel primo tempo, non andare sotto per poi recuperare, almeno per queste partite risparmiate le nostre povere coronarie.

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