Conceicao, maniere inaccettabili!

Quanto accaduto al termine della gara Milan-Parma, che ha visto l’allenatore rossonero, Sergio Conceicao, rincorrere il proprio calciatore, Davide Calabria, è destinata a lasciare una scia di polemiche e interrogativi sul futuro del tecnico portoghese alla guida del club. Un episodio che solleva seri dubbi non solo sulla gestione emotiva di Conceicao, ma anche sulla stabilità e l’armonia del gruppo Milan.

L’episodio, avvenuto dopo una discussione tra il tecnico e il giocatore riguardo le scelte tattiche e l’utilizzo dei compagni in campo, ha visto l’allenatore inseguire cercando un confronto che non si è limitato al piano verbale. La scena ha suscitato scalpore, soprattutto per il comportamento poco professionale di un allenatore di un club leggendario come il Milan.

La violenza, per quanto fisica o psicologica, non ha alcun posto in un ambiente professionale, dove le dinamiche di conflitto, per quanto possano essere accese, devono essere risolte con dialogo e rispetto reciproco, senza l’intervento della forza.

Le dichiarazioni di alcuni osservatori sportivi non lasciano spazio a interpretazioni: l’episodio è stato definito “grave” e una “caduta di stile clamorosa”. In particolare, viene messa in discussione la capacità di Conceicao di gestire situazioni emotive delicate. L’allenatore, infatti, ha giustificato il suo comportamento con una metafora che lo paragonava a un “genitore che rimprovera il figlio”. Questa spiegazione non ha trovato consensi, anzi, la figura del genitore deve educare con autorevolezza e amore e non con un atteggiamento fisico e aggressivo.

Non è solo il comportamento del tecnico ad essere messo in discussione, ma anche la gestione della squadra e la sua coesione interna. L’episodio con Calabria si inserisce in un contesto di frizioni interne al Milan, un gruppo che già aveva mostrato delle difficoltà sotto la gestione di Fonseca, e che sembrava erroneamente aver trovato la stabilità sperata con l’arrivo di Conceicao.

In definitiva, quanto accaduto a San Siro non è solo un episodio spiacevole, ma un campanello d’allarme per una squadra che, pur vincendo ieri, sta ancora attraversando una fase di incertezze.

L’allenatore portoghese del Milan dovrà riflettere seriamente sulle proprie modalità di gestione e sulle relazioni con i suoi giocatori, cercando soluzioni più professionali e costruttive. La sua credibilità è in gioco, così come quella dell’intero progetto rossonero.

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