È crisi Napoli, problemi di comunicazione

È finita, forse, come tutti si aspettavano. Con i fischi del San Paolo nei confronti del Napoli, che non riesce a scrollarsi di dosso la negatività e chiude (quasi) nel peggiore dei modi una settimana caotica. L’inizio di stagione peggiore dal 2011-12 certifica il momento negativo della squadra di Ancelotti, che ha perso certezze e voglia di divertirsi, che prima del fischio d’inizio si compatta ma che in campo si mostra fragile e problematica. Sono diciannove i punti conquistati in 12 partite e dodici le lunghezze di distacco dalla vetta: troppe, inaspettate, inaccettabili per chi sperava di vincere lo Scudetto dopo anni di tentativi andati a vuoto, e che invece si ritrova a non essere nemmeno più la seconda forza del campionato.

La sosta arriva in soccorso, manna dal cielo per ricomporre le fratture e riordinare le idee. Il Napoli autolesionista, pieno di paure e ansie ammirato stasera, dovrà farsi da parte e permettere al Napoli spensierato delle scorse settimane di tornare a essere l’unico protagonista. Servirà un passo indietro da parte di tutti, recitare un mea culpa generale e affrontare le situazioni di petto, faccia a faccia e non per interposta persona o davanti ai microfoni e alle telecamere. A questo Napoli manca comunicazione ( la società prosegue il silenzio stampa), nel senso più ampio del termine, e così perdono tutti. Non è una questione di innocenti e colpevoli: si tratta di non gettare alle ortiche un lavoro faticoso, impegnativo e ricco di soddisfazioni per mere questioni personali. In fondo, nulla è davvero compromesso: la stagione è ancora lunga e tutto è ancora possibile.

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