ESCLUSIVA PN- Cané:”ADL non può offendere calciatori, città e tifosi. Napoli non si merita una situazione del genere…”

Jarbas Faustino Cané, storico ex calciatore del Napoli, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ai microfoni di Pianetanapoli.it, commentando le vicende attuali che coinvolgono gli azzurri e in particolare il clima che si respira tra i tifosi:

1) Lei è stato, ed è, sicuramente una colonna della storia del Napoli. A suo avviso che clima regna attualmente intorno al club di De Laurentiis?

“Credo che regni un clima di disgusto totale intorno a tutto l’ambiente che gravita sul Napoli. De Laurentiis campa con i risultati che ha fatto, con i bellissimi risultati ottenuti con squadre normali. Questo, però, non lo autorizza ad offendere la città e la nazione. La vedo una cosa sbagliatissima. Io ritengo che più critichiamo la società, più facciamo i suoi interessi perché De Laurentiis se ne sbatte e lo dice a tutti quanti. Poi si permette di dire che la gente pensa solo al denaro, ai soldi e così via: ma lui a cosa pensa? Di che parliamo…

2) Se il Napoli dovesse perdere in un solo colpo Ospina, Mertens e Koulibaly (dopo l’addio di Insigne) uscirebbe totalmente ridimensionato dalla sessione estiva di mercato?

“Penso che De Laurentiis lo sa meglio di noi. Lo sa benissimo, però da un lato non ha tutti i torti. Dice che deve diminuire le spese e se non fa queste cessioni non potrà abbassare il tetto ingaggi. Però, d’altro canto, offende tutta una storia calcistica che quest’anno poteva essere portata al massimo con un campionato vinto. Lui è talmente banale su certe situazioni che se ne frega totalmente. Io lo vedo anche in difficoltà, come ad esempio sulla questione del tecnico, che è stato un anno e ha fatto benino. Lo dico da allenatore, anche se di categorie minori e quindi è totalmente differente, ma ho vinto cinque campionati in Campania. Allenando il Napoli, Spalletti sa di essere arrivato in una grande metropoli calcistica che ha vinto ben poco e con il grande Diego, Careca e Alemao. De Laurentiis, oggi come oggi, è riuscito a raggiungere risultati importantissimi però non ha vinto granché. Le Coppe Italia valgono solo per soldi, ma non hanno lo stesso effetto di un campionato o di una Champions. Vorrebbe imporre il suo discorso con la forza: ad esempio, nel senso che Koulibaly che guadagna 6,5 mln, oppure 7, e deve abbassarsi l’ingaggio a 4 mln quando ha trenta anni ed è nel pieno della carriera. È una barzelletta? Su Mertens può avere anche ragione: ha trentacinque anni e certe cose vanno riviste forse, ma vedendo che è applaudito da tutti, è ben voluto, anzi amato dalla città perché ha fatto grandissimi risultati nel Napoli, si potrebbe trovare un accordo comune con il giocatore, che con la sua proposta ha fatto probabilmente anche dell’ironia. Oppure potrebbe uscire allo scoperto e dire alla piazza che, pur volendo tenerlo, non se lo può permettere e magari gli fa un pallone pieno d’oro per ciò che ha dato a questa città e amici più di prima. Ma non bisogna fare il gioco che ha fatto anche con Insigne, un gioco “sporco” con un grandissimo talento. E questo lo ribadisco anche perché conosco bene alcune vicende, avendo avuto mio figlio che ha cresciuto Insigne dalla Primavera. Ci vuole una vita per descrivere De Laurentiis…Voi conoscete il settore giovanile del Napoli? Ditemi voi…ha lottato per non retrocedere nello spareggio con il Genoa. Io conosco le cose perché seguo tutto, anche se non vado più allo stadio perché non mi fanno entrare però non me ne frega niente. Vedo il Napoli per televisione e faccio sempre il tifo per loro e per i tifosi, che sono unici in Italia e amano alla follia la città.”

3) Forse è proprio l’amore incondizionato per la maglia azzurra che fa aumentare anche la sofferenza della tifoseria nei momenti più delicati, in cui ci si aspetta magari un intervento diverso da parte della società?

“Esattamente, ma io ripeto: più critichiamo De Laurentiis e più lui se ne sbatte altamente, non essendo ancora “ferito” calcisticamente, perché ha comunque ottenuto buoni risultati e fortunatamente non si è mai ritrovato in una lotta per non retrocedere. Lui, tuttavia, non ha dato un contributo significativo alla causa. Mi permetto di parlare così perché conosco bene tutta la storia del Napoli degli ultimi settanta anni.”

4) Tanti big che sono andati via dal Napoli hanno avuto poi qualcosa da ridire nei confronti del club. Come se lo spiega?

“È proprio questo il punto ed è un peccato enorme. La città non si merita una tale situazione. Certamente bisogna anche ricordare che De Laurentiis ci ha messo la faccia quando ha dovuto risollevare le sorti del Napoli. È un importante imprenditore, esperto nell’ottica del business e così via. Però deve rispettare la gente, altrimenti poi si ritrova ancora degli striscioni contro, o nella città di Napoli o a Roma dove abita lui. È una persona molto intelligente, per cui mi meraviglio di questa circostanza che si sta verificando da un pò di tempo.” 

5) Il Napoli sembrerebbe proiettato verso una fase di rinnovamento, dando spazio ai giovani di talento, con l’auspicio che possano mettere in mostra tutte le proprie qualità. Potrebbe essere proficuo puntare anche sulle emergenti del calcio sudamericano, come accadeva anche ai tempi di Pierpaolo Marino?

“Sì, ma il problema è che noi allenatori, e mi ci metto anche io, molte volte non abbiamo la parola per dire che tipo di profilo desideriamo. Questo sta accadendo con Spalletti, perché De Laurentiis fa presidente, direttore sportivo, allenatore…fa tutto e conta i soldi. L’allenatore dice sempre di sì, anche se amaramente, per non essere mandato via, cosa che potrebbe accadere quest’anno se i risultati non dovessero essere buoni. Già dai tempi di Gattuso e Ancelotti le cose non sono andate bene come ai tempo di Sarri, sia per quel che riguarda il contributo dei giocatori che per i risultati. Bisogna migliorare per vincere: per De Laurentiis invece è sufficiente andare in Champions. È uno schiaffo alla miseria. Quello che è successo con Insigne è allucinante. Il ragazzo ha giocato al 50% quest’anno e ha fatto bene lo stesso, pur essendo stato condizionato mentalmente. Il Milan deve essere preso come modello di riferimento, per il modo in cui ha trattato i calciatori, soprattutto quelli in scadenza come Kessie. Insigne è stato indotto dalla società a ricevere i fischi del pubblico: è una cosa che non dovrebbe esistere. I napoletani è vero che adorano i forestieri però le cose sono cambiate oggi. Ricordiamo che Insigne fino all’altro ieri è stato titolare nella Nazionale, vincendo anche, ma è stato massacrato dalla tifoseria. È assurdo. La speranza per i tifosi deve essere data dalla società, la quale non può essere costituita da una sola persona come accade al Napoli. Lui non se ne frega niente e noi siamo costretti a mangiare del pane amaro. Io credo che tale situazione finirà quest’anno. Io, Cané, la penso così: è stato meglio non vincere perché altrimenti tutti avrebbero detto che il campionato è stato uno schifo e abbiamo fatto vincere il Napoli; sarebbe la vergogna più grande e la città non la merita affatto.”

Translate »
error: Content is protected !!