HIGUAIN SALVA UN NAPOLI OPACO: TORO BATTUTO

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TORINO (3-5-2): Padelli; Bovo, Glik, Moretti; Maksimovic, Kurtic (77’ Basha), Tachtsidis, El Kaddouri, Darmian; Barreto (56’ Immobile), Meggiorini (70’ Cerci) (Gomis, Berni, Rodriguez, Farnerud, Gazzi, Besovic). All. Ventura.

NAPOLI (4-2-3-1): Reina; Reveillere (74’ Henrique), Fernandez, Albiol, Ghoulam; Inler (64’ Berhami), Jorginho; Mertens, Hamsik, Callejòn (80’ Insigne); Higuain (Colombo, Doblas, Britos, Mesto, Pandev, Dzemaili, Zapata). All. Benitez.

Arbitro: Doveri (Roma 1)

Guardalinee: Vuoto (Livorno) – Petrella (Termoli)

IV uomo: Liberti (Genova)

Arbitri addizionali: De Marco (Chiavari) – Pinzani (Empoli)

Marcatori: 90’ Higuain.

Ammoniti: Bovo (T) al 6’, Jorginho (N) al 39’, Inler (N) al 55’, Glik (N) al 65’.

Recupero: 0’ pt, 3’ st.

Angoli: 5-5

Si può esser contenti di una vittoria ottenuta giocando non benissimo? Sì, senz’altro. Soprattutto se tale vittoria la si ottiene negli istanti finali, quando l’X sembra legittimo, e dopo un match disputato sottotono. E si può esser contenti se si pensa che, a parte la buona sorte, a fare il resto è stata la concretezza, senza la quale nel calcio difficilmente si va avanti. Dalla serata dell’Olimpico torinese le note per il Napoli non sono solo liete: i migliori sono in calo fisico e hanno sofferto il buon gioco del Torino; a parte l’assist vincente per Higuain, Hamsik è ancora l’ombra di se stesso; sugli esterni, sebbene non sempre, s’è spesso ballato. Meno male che il Pipita ha saputo fare centro capitalizzando con freddezza la chance perfetta, seppur viziata da un sospetto fallo su Glik. E meno male che i partenopei non hanno rinunciato alla loro idea di cercare la vittoria a tutti i costi. Tuttavia per loro non è stata una passeggiata. E pensare che i granata dovevano fare i conti con gli assenti…. Specie alla luce di ciò, oltreché della positiva prestazione fornita (e della dinamica della rete decisiva) a Ventura e ai suoi ragazzi va reso l’onore delle armi. Hanno molto da recriminare, ma anche da rimpiangere, dato che di occasioni per vincere ne hanno avute, eccome.

Nonostante l’imminente impegno europeo con il Porto, Don Rafael non si fida del Toro. Niente turnover, eccezion fatta per lo sfortunato Maggio al cui posto agisce Reveillere, e per Insigne sostituito da Mertens. In mediana riecco Jorginho, finalmente guarito dall’influenza. Sul fronte granata Ventura conferma le indiscrezioni della vigilia e, a sorpresa, tiene fuori le stelle Cerci e Immobile: spazio a Meggiorini e Barreto, in rete nello spettacolare 3-5 di un anno fa. E l’ex tecnico azzurro ovvia all’emergenza sulle fasce, mettendo Darmian e Maksimovic in luogo degli assenti Masiello e Pasquale. A centrocampo, oltre a El Kaddouri, c’è Tachtsidis a fare le veci dello squalificato Vives. Il tutto innestato su un 3-5-2 all’apparenza difensivo, specie sugli esterni (ma non solo). All’apparenza, però. Perché è pur vero che il Toro si chiude puntando sulle ripartenze e gli azzurri cercano di fare la partita, trovando comunque le vie d’uscita bloccate. Ma è altrettanto reale che, passati i primissimi minuti, i piemontesi cominciano a essere meno passivi e le loro folate diventano rapide e temibili, tipo quella che al 19’ consente a Meggiorini di giungere dinanzi a Reina: l’ex bolognese spara di destro, lo spagnolo smorza quanto basta. Niente, forse, in confronto a quello che otto minuti dopo combina Bovo, il quale ruba palla nella trequarti partenopea e lascia partire una fucilata di destro: Reina battuto, l’incrocio dei pali lo salva. Nel frattempo è successo qualcosa forse di più grave da parte dei ragazzi di Benitez. Succede cioè che a diventare passivi, senza uscire dalla loro metà campo né fare pressing, sono proprio loro, sicché i piemontesi impostano la manovra con regolarità e ordine. Artefici di ciò Kurtic e Tachtsidis, pronti a pescare le punte tramite il lancio lungo verso l’area, ad ogni modo rintuzzato dai colleghi di reparto di Reina. Non male anche El Kaddouri, abbastanza attivo. E il Napoli che fa? Pecca nella costruzione del gioco (ah, che sbagli elementari!) e si lascia schiacciare data la mancanza di aggressività a tutto campo. Jorginho si sbraccia nel comandare le operazioni, ma i suoi compagni non rispettano le direttive e fanno poco movimento. A rendere meno avvilente il quadro l’intraprendenza di Ghoulam e la generosità di Callejon, a cui nondimeno si contrappongono la pessima serata di Mertens, tarpato da Maksimovic, e la notte fonda di Hamsik. Dal cui piede destro è partita la prima della due conclusioni azzurre nella prima frazione, una ciabattata che termina dritta in Curva Maratona (22’). L’altra, non meno imprecisa, viene da un altro destro, quello di Inler: abbondantemente a lato alla sinistra di Padelli (39’). Quando Doveri manda i 22 all’intervallo, i pensieri nella mente dei supporters campani sono senz’altro cupi, poco ottimistici. All’opposto di quelli carichi di speranza dei cuori granata: Ventura ha ben catechizzato i suoi. Figuriamoci, penseranno i torinisti, quando entreranno Cerci e Immobile ….

Il copione pare non mutare alla ripresa: Toro sornione, Ciuccio attendista. Tanto da consentire proprio a El Kaddouri di scendere quasi indisturbato fino al limite per poi concludere debolmente di destro: Reina blocca, siamo appena al 46’. Gli azzurri tuttavia non si nascondono tra le loro quattro mura: Ghoulam fugge a sinistra e centra, Hamsik la spizza di testa ma Higuain trova la chiusura di Darmian (50’); e proprio il Pipita incontra il pertugio per la botta dal limite, Padelli si distende e respinge (52’). La replica del Torino è pericolosa: il palo salva ancora Reina su tiro a colpo sicuro di Meggiorini, servito in area da Barreto (53’); persino Darmian, non proprio un giocoliere, s’accentra dalla sinistra inventandosi un bel destro che costringe Pepe a volare per togliere la palla dal ‘sette’ (55’). Gli uomini in granata fanno la partita, quelli in azzurro paiono fermi, probabilmente con la mente già a giovedì. Callejon prova a suonare la sveglia di destro al 64’ su assist di Higuain: a lato. L’argentino due minuti dopo trova una zolla maledetta che lo fa scivolare su un calcio di punizione dal limite per fallaccio di Glik su Mertens: palla fuori. Intanto Ventura, a distanza di un quarto d’ora l’uno dall’altro, fa entrare le sue frecce, Cerci e Immobile. Il torrese al 67’ ha rotto l’accerchiamento del Napoli con uno shoot finito fuori. E dopo mette a dura prova le coronarie dei tifosi partenopei: prima si beve Jorginho e Ghoulam, arriva sul fondo da sinistra e si fa intercettare da Reina il suo cross basso (71’); poi, a pochi passi dallo spagnolo su invito di Kurtic, spara alto (73’). A propiziare la chance, però, una palla incredibilmente persa da Behrami, gettato nella mischia da Benitez al posto di Inler; dopo di lui Henrique rileva Reveillere: non molto in quanto a contromosse, come non molto è il lavoro prodotto dagli azzurri in attacco. Un lavoro nell’ambito del quale l’inserimento di Insigne in luogo di Callejon risulta tardivo, a soli dieci minuti dal novantesimo. Nei minuti finali il Napoli prova a scuotersi dal torpore, auspice un Mertens improvvisamente ringalluzzitosi. Il belga mette alla prova l’agilità di Padelli con un bel destro a giro dal limite (85’), dopodiché manca di precisione dal fondo con lo stesso piede. Il pari, finanche stretto al Toro, sembra logico e giusto. E invece, a pochi secondi dallo scadere del tempo regolamentare, Hamsik (wow…) sventaglia un tracciante di 40 metri per Higuain, il Pipita fa a sportellate con Glik che cade, per ritrovarsi a tu per tu con Padelli e battere di destro trovando la sua molle opposizione: goal! Gioia per i partenopei, baciati ora più che mai dalla fortuna oltreché concreti nell’occasione più nitida. Rabbia e rossori di collera in casa granata, Ventura in testa, per il presunto fallo dell’argentino non fischiato da Doveri. A dir il vero, benché toccato, Glik pare lasciarsi andare a terra. Nondimeno il pubblico si adegua all’arrabbiatura: “Siete come la Juve!”, “Ladri!”, più qualche becero coro razzista già intonato in precedenza. Nei restanti tre minuti di recupero il Toro trova solo una punizione con Cerci che non crea apprensioni a Reina. Rien ne va plus. Tre punti per gli azzurri. Fortunosi, ma frutto di quell’impegno che non li abbandona mai, al di là del momento poco felice dal punto di vista della forma. Tre punti che sanno d’iniezione di fiducia. In campionato (la Roma è ancora nel mirino, le inseguitrici restano lontane) come in Europa. Giovedì c’è una sfida contro il Porto da dentro o fuori: vietato mollare.

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