I nostri guerrieri azzurri: Alex Meret
Inizia oggi la nostra nuova rubrica dedicata ai nostri guerrieri azzurri.
Il primo non può che essere il numero uno, Alex Meret. Il portiere friulano si è tolto diversi sassolini dagli scarpini quest’anno, dopo le tante critiche ricevute in questi anni a Napoli, che lo avevano portato, a fine della scorsa stagione, alla decisione di andare via da Napoli. La cessione di Ospina ha, però, restituito serenità e sicurezza ad Alex che, sin dal ritiro di Dimaro, è apparso subito carico nonostante le voci di mercato degli imminenti arrivi di Kepa o Navas. La decisione a fine mercato di affiancargli un portiere esperto, ma non ingombrante, come Sirigu, per la prima parte della stagione, suo compagno nell’esperienza vincente dell’Europeo, lo ha aiutato ad acquisire sicurezza nei propri mezzi. Dietro la rinascita di Alex Meret, c’è, però, anche lo zampino del preparatore Alejandro Rosalen Lopez che ha lavorato tanto sulla testa del portiere friulano, infondendo sicurezza e personalità. L’alternanza con Ospina non aveva di certo aiutato Meret ad acquisire tranquillità che per un portiere è fondamentale. Le gerarchie ben definite e i consigli di Rosalen, fin dai primi allenamenti in Trentino, hanno fatto il loro dovere. Allenamenti specifici anche per quel gioco con i piedi che, per anni, è stato il suo tallone di Achille facendogli sempre preferire Ospina da Ancelotti, Gattuso e dal primo Spalletti. Proprio il tecnico di Certaldo, coadiuvato dal suo staff, ha dato un’impronta chiara nella crescita di questo ragazzo che, finalmente, ha potuto legittimare la sua leadership nel reparto arretrato.
L’inizio di stagione subito da protagonista con pochissimi gol subiti, grazie anche alla difesa granitica, sia in campionato che in Champions con un rigore parato contro il Lecce nelle primissime giornate e una splendida parata contro il Liverpool e Rangers in Champions. Anche a Milano protagonista su Giroud nel primo tempo tenendo il risultato sul pari. Bisogna arrivare a metà Ottobre per ricordare il primo errore di Alex, in casa contro il Bologna che, però, non rovina i piani degli azzurri che vincono comunque per 3-2. Poi il rinnovo che gli regala la certezza di essere protagonista per le prossime due stagioni. E alla ripresa del Campionato, a Gennaio, in chiusura del girone di andata, come non ricordare la parata decisiva contro la Juve al Maradona. Il Napoli era sul 2-1 a fine primo tempo e Rrhamani stava per fare uno dei più clamorosi autogol se Meret d’istinto non avesse tolto la palla dall’angolino. E sappiamo, poi, nella ripresa, come il Napoli dilagò contro i bianconeri. La domenica successiva a Salerno, sul 2-0 per il Napoli, si ripete in una parata impossibile d’istinto su Piatek, che avrebbe riaperto i giochi a poco dal termine. C’è poi l’arrivo di Gollini con cui si instaura subito un grandissimo rapporto. Nel girone di ritorno le gare di Champions contro l’Eintracht e il Milan lo consacrano ancora di più a livello internazionale. La parata nella gara d’andata contro l’Eintracht in una delle poche occasioni dei tedeschi e il rigore parato a Giroud, che ha tenuto in bilico fino alla fine il match con il Milan, sono l’immagine della sua Champions che avrebbe meritato miglior epilogo. In Campionato la gara contro il Torino, stravinta dagli azzurri, porta anche la sua firma per aver salvato, anche con fortuna, per ben due volte il pari dei granata. E per lui, friulano doc, vincere lo scudetto nella sua Udine, davanti alla sua famiglia, è stato il premio migliore per una stagione vissuta finalmente da protagonista.
Il Napoli deve anche alle sapienti mani del suo numero uno una importante fetta di questo tricolore.