I nostri guerrieri azzurri: Bereszynski

Continua la rubrica con i nostri guerrieri azzurri.

Anche se solo per metà stagione, vissuta all’ombra di Di Lorenzo, Bartosz Bereszynski iscrive anche il suo nome nell’elenco dei guerrieri azzurri del terzo scudetto. L’arrivo in casa Napoli avviene a Gennaio nello scambio di prestiti con la Sampdoria, con il giovane Zanoli mandato in Lliguria a “farsi le ossa”. Bereszynski va popolare la colonia polacca in azzurro già formata del giovane portiere Idasiak e dal compagno di nazionale Piotr Zielinski, suo sponsor con la dirigenza azzurra. Per Bartosz, a trent’anni, dopo un mondiale discreto con la Polonia, chiuso agli ottavi contro la Francia, Napoli rappresenta la sua grande occasione. Finalmente può confrontarsi in Italia in un club che lotta ai vertici in Champions e in Campionato.

Per la sua nuova avventura avrebbe voluto il numero 18, come in Nazionale polacca, ma era occupato dal Cholito Simeone. C’era libera la 24, già indossata in blucerchiato, ma che era stata lasciata ad inizio anno da un simbolo azzurro come Lorenzo Insigne. Forse troppo per Bartosz che sceglie allora la numero 19, indossata l’ultima volta in azzurro da Nikola Maksimovic. La scelta di questo numero non è casuale, in quanto, ai tempi del Legia Varsavia, dove aveva iniziato ad affermarsi al grande calcio, aveva indossato proprio la numero 19. E proprio con il Legia, per la prima volta, nel 2015, aveva incrociato il Napoli, allora allenato da Sarri, che con Mertens Higuain e Insigne surclassò i polacchi. Strano pensare che otto anni dopo, si sarebbe trovato, in quello stesso stadio, a gioire per uno storico scudetto proprio con la maglia avversaria.

Il suo esordio in azzurro, però, non è di certo dei più fortunati. Coincide, infatti, con la sconfitta ai rigori, al Maradona, contro la Cremonese e la conseguente eliminazione agli ottavi in Coppa Italia per la squadra di Spalletti. La critica non è tenera con il terzino polacco che, già nella prima parte di stagione a Genova non aveva proprio brillato, complice anche la partenza pessima dei blucerchiati. Ambidestro, spesso impiegato a sinistra con la Polonia e a volte anche nella Sampdoria, viene scelto per essere ricambio affidabile, sulla fascia destra, alle spalle del cyborg Di Lorenzo, un insostituibile. Non troverà nei mesi successivi spazio in Campionato, complice anche l’infortunio a metà Marzo in Nazionale. Chiude, così, la stagione con sole tre presenze, tutte nelle ultime gare di serie A, che si aggiungono a quella già citata in Coppa Italia.  La prima presenza concide con la sconfitta contro il Monza. La successiva avviene contro il Bologna, dove serve il suo unico assist della stagione per il 2-0 di Osimhen che, però, non basterà per vincere la partita. Ultima presenza, il quarto d’ora finale nel match di chiusura della stagione proprio contro la sua ex, la Sampdoria. Troppo poco, però, per pensare ad un riscatto a fine anno e di conseguenza ci sarà per lui il percorso inverso con Zanoli.

Bereszynski, nonostante non abbia dato quanto sperava con la maglia del Napoli, è certo di aver lasciato anche lui un’impronta indelebile nell’albo dei guerrieri azzurri. Ogni volta che tornerà a Napoli ci sarà sempre per lui non solo un ricordo unico, per un’impresa storica, ma anche una pizza gratis, giusto premio per un Campione d’Italia.

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