KDB, la semplicità di un fuoriclasse globale

Kevin De Bruyne è sinonimo di qualità, è sinonimo di imprevedibilità, è sinonimo di leadership, ma soprattutto è sinonimo di bellezza calcistica.

Centrocampista classe ’91, belga, alto 1,81 metri che sembra essere ormai ad un passo dal Napoli dopo 10 stagioni al Manchester City ed aver vinto praticamente tutto a livello di club.

Il suo curriculum e il suo palmares parlano per lui. Non ha bisogno di presentazioni. Ha cambiato il ruolo del centrocampista.

Quando oggi si parla di “centrocampista moderno”, lui è stato quello che ha portato alla novità in questo ruolo.

Ma conosciamolo meglio e iniziamo dalle origini della leggenda del Man City.

Kevin De Bruyne nasce il 28 gennaio 1991 a Drongen, un piccolo paese nelle Fiandre. Inizia a giocare a calcio a soli 4 anni, e già in tenera età dimostra di avere quel qualcosa in più che serve per diventare un fuoriclasse.

A 12 anni viene ingaggiato dal Gent, e poco dopo il suo ingaggio segna 4 gol in una finale contro il Genk.

A 14 anni sarà lo stesso Genk ad ingaggiarlo, e per questo motivo Kevin dovrà allontanarsi dalla sua famiglia.

Il primo anno lo passa in una guest house, e nella sua stanza ci sono solo un letto, una scrivania e un lavandino. L’anno dopo lo passa in una famiglia pagata dalla società, che lo accoglie assieme ad altri due ragazzi della stessa squadra.

Ma dopo il secondo anno arrivano i primi problemi. La famiglia che lo ha ospitato non vuole che Kevin torni, gli viene riferito tutto da sua madre, che scoppia in lacrime subito dopo aver appreso la notizia.

Queste sono state le parole riferite al piccolo Kevin: “Non ti vogliono per come sei fatto, sei troppo silenzioso, non riescono ad interagire con te, dicono che hai un carattere difficile“.

Quella è stata la svolta per De Bruyne. Da quel momento in poi è cambiato tutto.

Dopo aver esordito a 17 anni nella prima squadra del Genk, Kevin ci rimane per altri 4 anni. Poi viene acquistato dal Chelsea per 8 milioni di euro nel 2012.

La stagione 2012-2013 la passa in prestito al Werder Brema dove totalizza 10 gol e 10 assist in 34 presenze.

Si era messo in mostra e questa sembrava essere la sua grande occasione per tornare al Chelsea e dimostrare di poter far parte di un grande club.

Nella stagione 2013-2014 finalmente arriva la prima grande occasione, potrà giocare nel Chelsea, con uno come José Mourinho.

Ma quando sembra che tutto stia andando per il verso giusto qualcosa va storto.

Il belga non totalizza neanche 10 presenze nella prima metà di stagione, mettendo a referto solo un assist.

A dicembre, Mourinho lo chiama nel suo ufficio, e inizia la conversazione leggendo le sue statistiche. Poi passa a quelle dei suoi compagni di reparto, quindi i vari Eden Hazard, Oscar… tutti hanno fatto meglio di Kevin, il quale però pensa che potrebbe trovare un po’ di spazio in caso Juan Mata venga ceduto.

La risposta di Mourinho non lascia dubbi:

“Beh sai, se Mata se ne dovesse andare, tu passeresti da essere la sesta scelta ad essere la quinta.”

Kevin rispose a Mourinho nella maniera più onesta possibile: “Sento che il club non mi vuole. Io voglio giocare a calcio. Preferisco essere ceduto.”

Così De Bruyne passa ufficialmente al Wolfsburg per 16 milioni di sterline.

La stagione 2014-2015 per De Bruyne è la stagione della consacrazione.

16 gol e 28 assist in 51 partite, che trascinano il Wolfsburg al secondo posto della Bundesliga, dietro solo al Bayern Monaco di Pep Guardiola.

Contro quel Bayern realizzò 2 gol e 1 assist e forse è stato proprio quello il momento in cui Pep si innamorò di uno dei giocatori che diventerà un punto di riferimento del suo Manchester City.

Nell’estate del 2015 il Manchester City acquista Kevin De Bruyne per 76 milioni di euro dal Wolfsburg.

Con l’arrivo di Guardiola, De Bruyne è l’ingranaggio più importante di una macchina perfetta, diventando una vera e propria leggenda del club.

L’allenatore spagnolo non fatica ad ammettere che lui è uno dei migliori al mondo, dietro solo ad un extraterrestre: “Messi è seduto a un tavolo da solo. Nessun altro può sedersi. Ma al tavolo accanto, Kevin, può sedersi lì”.

Nel post partita di una gara di Champions League della scorsa stagione, il tecnico ha definito così del belga: “De Bruyne è come il brunello di Montalcino”.

Pep ha detto di lui: “è una persona speciale, è un ragazzo sensibile, e si è sempre dimostrato importante in molti casi. Quello che abbiamo fatto in questi anni senza di lui sarebbe stato impossibile”.

E dopo il suo addio al City anche lui era in lacrime. A dimostrazione del fatto che abbia lasciato un segno indelebile nel cuore di uno come Guardiola.

Gli elogi da parte del suo allenatore non sono gli unici per il belga. Ci sono anche quelli dei suoi avversari, uno su tutti Jurgen Klopp:

Amo Kevin, lo volevo disperatamente quando ero al Dortmund e lui al Chelsea. Ma Mourinho mi disse di no”.

Tutti lo amano e lo descrivono come un fuoriclasse. Anche i suoi compagni sia di club che di nazionale.

Uno di questi è proprio Romelu Lukaku che è legato a De Bruyne da una forte amicizia che li unisce da tantissimi anni.

Romelu, probabilmente insieme a Ciro Mertens, sono stati mediatori di questa trattativa per portare il fuoriclasse belga in azzurro.

D’altronde Kevin si è sposato a Sorrento nel 2017 con Michèle Lacroix, con la quale ha avuto tre figli, Mason, Rome e Suri.

Quindi, forse, proprio per questo motivo Kevin aveva già Napoli nel suo destino.

Il suo acquisto ci fa capire che qualcosa all’interno della società sta cambiando…

 

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