IL CALCIO E’ ANCHE QUESTO!

La mannaia che è caduta domenica sulla gamba sinistra di Francesco Totti è di quelle che può abbattere più piccioni in un colpo solo. A parte il perone e la caviglia del capitano romanista, ha colpito le velleità di una squadra sulle ali di una clamorosa rimonta, gli affari di una A.S. Roma che ha visto andare in frantumi il suo gioiello più esclusivo, passando infine per ciò per cui tremano tutti ossia il destino calcistico dell’Italia al prossimo Mondiale. È incredibile come può bastare un solo secondo per cambiare radicalmente tutte queste cose, un fallo di quelli che si vedono a decine ogni domenica, che si commettono a centinaia sui campi improvvisati o sulle spiagge, che hanno costituito il primo divertimento di quel calcio "saponato" che era tanto di moda nelle estati degli Anni ’90.

Tanto tuonò che piovve, si dice. Totti si era lamentato; aveva detto che con tutte le botte che prendeva, a causa delle quali non riusciva ad allenarsi bene neanche in vista dell’appuntamento iridato, prima o poi era fatale che si rompesse. E qui si ripropone l’eterno dilemma, cioè il calcio che è diventato troppo violento, i campioni che non sono tutelati (qualcuno tutela i giocatori mediocri?), se è giusto espellere colui che entra da dietro anche se, a questo punto, è facile ridursi a giocare in sette contro sette.

Gigi Riva, non proprio l’ultimo arrivato, ha detto che Totti ritornerà più forte di prima, che farà sicuramente parte della spedizione azzurra ai Mondiali, ma ha detto altrettanto chiaramente che il calcio è anche questo, che sono i rischi del mestiere; e lui di botte ne avrà prese un po’…

Il giallorosso di certo non ha la stazza fisica di Rombo di tuono ed è, speriamo era, più fragile anche sotto l’aspetto nervoso il che ha sempre spinto i marcatori a fargli quel falletto per provocarne la reazione e magari farlo espellere.

Contro l’Empoli è stata una fatalità. Botta a parte, Totti non si sarebbe rotto se non fosse caduto male e Senna non sarebbe morto se un braccio della sospensione non avesse perforato il casco entrandogli nel cranio. Totti ha subito falli più violenti e forse anche più cattivi di quest’ultimo così come si sono visti incidenti più rocamboleschi rispetto a quelli che hanno portato via Senna, il giapponese Kato nel motociclismo e l’austriaca Maier nella discesa libera. È il diavolo che ci ha messo la coda.

Tanto per dovere di cronaca, il fallo è stato commesso dal 35enne difensore empolese Vanigli.

Perché si ricordano i vari Goicoechea, Bogoni e Martina? Tra vent’anni, per le stesse ragioni, sarà ricordato Vanigli, un difensore che, a carriera quasi finita, domenica 19/2/2006, ha lasciato un’impronta indelebile nel calcio; in tutto il calcio italiano, non solo sulla gamba di Totti.

Translate »
error: Content is protected !!