ITALIA – GHANA 2-0
ITALIA-GHANA 2-0
ITALIA (4-3-1-2): Buffon; Zaccardo, Cannavaro, Nesta, Grosso; Perrotta, Pirlo, De Rossi; Totti (dall’11’ st Camoranesi); Gilardino (dal 19’ st Iaquinta), Toni (dal 37 Del Piero). (12 Peruzzi, 22 Oddo, 23 Materazzi, 6 Barzagli, 17 Barone, 19 Zambrotta, 18 Inzaghi, 14 Amelia). All. Lippi.
GHANA (4-1-3-2): Kingston; Pantsil, Kuffour, Mensah, Pappoe (dal 1’ st Shilla); E. Addo; Appiah, Essien, Muntari; Asamoah Gyan (dal 44’ st Tachie-Mensah), Amoah (dal 26’ st Pimpong). (1 Adjei, 16 Owu, 2 Sarpei, 13 Mohamed, 17 Quaye, 21 Ahmed, 9 Boateng, 20 O. Addo, 23 Dramani). All. Dujkovic.
ARBITRO: Carlos Simon (Brasile)
MARCATORI: al 40’ pt Pirlo, al 38’ st Iaquinta
NOTE: spettatori 43.000. Ammoniti De Rossi, Muntari, Camoranesi, Asamoah per gioco scorretto. Recupero 1’ pt, 3’ st
HANNOVER. Buona la prima, ma non si chiameranno sempre Ghana gli avversari che questa Nazionale dovrà affrontare. L’Italia vince all’inglese, 2-0 firmato Pirlo e Iaquinta in una partita d’esordio che scaccia fantasmi e tensioni. Poteva finire in goleada, ma gli azzurri non sono riusciti a sfruttare le occasioni avute lasciando correre la squadra africana, costretta a recitare il ruolo di comprimario. Tanta buona volontà per l’undici colored, inconsistente sottoporta e un po’ pasticcione in difesa. E’ stata l’Italia stessa che ha rischiato di complicarsi la vita nel corso di una gara che non ha mai rischiato di perdere. Il Ghana può recriminare per la mancata concessione di un rigore abbastanza netto quando il punteggio era ancora sull’1-0, ma la condotta di gara dell’arbitro ha scontentato anche Totti e compagni, le cui gambe porteranno per qualche giorno i segni dei calci ricevuti ad Hannover. Se il direttore di gara è stato disastroso, le due squadre hanno offerto uno spettacolo godibile. Impossibile perdersi in tatticismi in una partita in cui soltanto una squadra, quella che poi ha vinto, è sembrata avere una parvenza di organizzazione. Il Ghana sembrava piuttosto una selezione improvvisata, e soltanto con poche individualità e grazie ad un’ottima tenuta atletica è riuscita ad insidiare, in circostanze sporadiche, un avversario che talvolta si è messo nei guai da solo.
Quando ha capito che giocare di fino non avrebbe portato da nessuna parte, l’Italia è riuscita a sbloccare il risultato. E’ accaduto sul finire del primo tempo, con un diagonale da fuori area di Pirlo lasciato sfilare da Gilardino e depositatosi alle spalle del portiere avversario. In precedenza, gli azzurri avevano sfiorato il vantaggio con un tiro da fuori area di Toni che si era stampato sulla traversa prima di rimbalzare sulla linea di porta. Il Ghana aveva provato ad impensierire la retroguardia italiana con le scorribande di Essien e Asamoah, che non hanno saputo sfruttare fino in fondo la serata non proprio impeccabile dei terzini avversari. Al centro, invece, Cannavaro e Nesta hanno eretto un muro che rare volte è stato sfiorato.
Nella ripresa la partita si è vivacizzata e le due squadre si sono subito rese pericolose con un’occasione per parte. Gilardino da un lato ed Essien dall’altro hanno peccato di cinismo, così come anche Perrotta, mentre i ghanesi hanno cominciato ad entrare duro. Il primo a farne le spese è stato Totti, costretto a lasciare il posto a Camoranesi dopo un’ora giocata a buon ritmo. Lippi è così passato ad un 4-4-2 che ha dato migliori risultati, soprattutto quando Vincenzo Iaquinta è entrato in campo in luogo di un Gilardino svuotato. La punta dell’Udinese, al suo esordio al Mondiale, è stato prima (erroneamente) fermato dal guardalinee su chiara occasione da gol, poi è stato toccato duro da un avversario e infine, con rabbia, ha chiuso la partita segnando un gol da centravanti puro sfruttando un errore di Kuffour e depositando la sfera in fondo al sacco. Un esordio così non avrebbe mai potuto sognarlo, certamente il Ghana non se lo augurava. Pochi minuti prima, gli africani avevano protestato per un fallo in area di De Rossi sul modenese Asamoah che avrebbe potuto portare alla concessione del penalty. Ma l’arbitro è stato disastroso per tutta la partita, non soltanto in quell’occasione. Fortuna che neanche un Moreno avrebbe potuto incidere in una direzione o in un’altra: troppo netta la differenza fra le due squadre in campo.