La rosa è forte, ma il minus è Spalletti?

Il Napoli sta disputando un grandissimo inizio di stagione, insperato per tifosi ed addetti ai lavori. La società è stata brava a centrare gli obiettivi di mercato giusti, magari pure scommesse, ma che si stanno rivelando subito pronti per essere competitivi in Italia ed Europa. Se la rosa da garanzie per la stagione, forse anche più della scorsa annata il dubbio invece è l’allenatore. Già lo scorso anno grandi sono le responsabilità del tecnico per lo scudetto mancato, per la pessima gestione di Mertens e per la sua comunicazione populista che non si è concretizzata in fatti e tituli sul campo. Ci sono dei prodromi di gestione discutibile già in questo primo mese di stagione. In primis lo vediamo troppo severo con Kvara, il vero crack stagionale del Napoli e lui non perde occasione per bacchettarlo in pubblico. Vuole farlo scocciare come Mertens? E’ forse geloso che tutti parlano di lui? Venendo poi alla gestione della rosa, nel turn over è sembrato schizofrenico. Effettuato in modo copioso con Spezia e Lecce in casa, ha rischiato di pareggiare con i liguri dopo il deludente pari con i pugliesi. Farlo con raziocino dividendo il minutaggio tra i due tempi non è meglio per i sei cambi della formazione titolare? Il fissarsi nel mettere Raspadori come prima punta contro difensori forti fisicamente è un autogoal, vuole capirlo che le partite si giocano sempre con un nove di ruolo? Che sia Osimhen o Simeone, ma Raspa non è centravanti di sfondamento di sicuro. Infine il mister deve essere meno permaloso, non si può permettere di attaccare giornalisti, opinionisti e perfino il presidente che gli chiedono delle scelte di formazione. Lui è pagato per fare le scelte ma anche per spiegarle all’opinione pubblica.

DIFESA(AVV. ANTONIO LEMBO)

Cambiano gli interpreti ma per il Napoli di Spalletti ha ancora una volta un inizio di stagione sprint. Questo è certamente merito del tecnico toscano che ha saputo trovare un impianto tattico che esalta le qualità dei giocatori. A volte il calcio nella sua semplicità riesce ad essere straordinario. La comunicazione è sempre stata un’arma di Spalletti che però a volte, come lo scorso anno, si è puntato contro facendo un errore madornale. Da questo il tecnico ha imparato e conosciuto ancora di più l’ambiente Napoli grazie anche agli sproni (ricordate il camper?) del Presidente azzurro. Per quanto riguarda i giocatori, e un talento come Kvara, Spalletti cerca di tenere il ragazzo sulla corda anche per evitare che l’opinione pubblica ne faccia subito “un santo” calcisticamente parlando. A Napoli è spesso facile salire al punto più alto della notorietà ma anche facile crollare e subire pressioni che possono offuscare idee e qualità di un talento di 21 anni. Spalletti cerca di salvaguardare il georgiano e da buon padre bacchetta il figlioccio per avere sempre il massimo da lui. Il turnover è ormai una prassi per tutti gli allenatori. La parentesi Lecce è stata forse un peccato di presunzione da cui poi il Napoli è cresciuto incanalando una vittoria dopo l’altra. Spalletti ha un’occasione per lui forse unica, visto che il suo contratto scadrà a fine anno e solo i risultati decideranno il suo futuro. Lui che non ha mai vinto un campionato in Italia, sa bene che non può fallire. Spalletti non si è mai tirato indietro nel confronto con il pubblico e come tutti i tecnici toscani (come non ricordare Mazzarri e Sarri) non le manda mai a dire e con un pizzico di permalosità mette sempre i puntini sulle i. Anche questo può non essere un limite ma l’ennesimo Sprono per dare sempre il massimo tenendo però alta la concentrazione e lucidità del gruppo scaricandolo delle responsabilità evitando le pressioni che in passato hanno fatto cadere il Napoli davanti al traguardo.

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