MEGLIO RIFARSI I CONTI IN TASCA
La resa dei conti è più vicina di quanto non possa sembrare. Di iscrizioni ai prossimi campionati ancora non si parla, ma sono già in molte le squadre a tremare. Il caso-Lazio è e sarà un buon salvagente per molti, ma l’incertezza che regna in alcune piazze non lascia ben sperare per un’estate serena. Una prima scadenza è già alle spalle: entro il 31 marzo, le società si sarebbero dovute mettere in regola con tutti i debiti, tanto che al prossimo 29 aprile bisognerà presentare i prospetti contenenti i rapporti PA e PD, determinati sulla base di un allegato bilancio di competenza al 31 marzo 2005. Chi non si è messo in regola per tempo già sta studiando alcune acrobazie bancarie per non farsi trovare impreparato di fronte alle minacce della Co.Vi.So.C., che negli ultimi mesi ha passato al setaccio i libri contabili di tutte le società. Altre scadenze vi saranno nei mesi di maggio e giugno, anche se più delle scadenze sarà indicativo il clima che si respira in seno ai club calcistici. La situazione in serie C non è così bella come il presidente Macalli vorrebbe far credere. Il patron della Fermana Giacomo Battaglioni non più di un mese fa ebbe a dichiarare che almeno il 10% delle società di terza e quarta serie rischiano di non iscriversi ai prossimi campionati. Il girone B racchiude, da questo punto di vista, parecchie insidie. Poche le società che possono dirsi in salute, su tutte Napoli e Avellino. Quello partenopeo è un club nuovo di zecca e senza debiti, oltre che puntuale nel pagamento degli stipendi, quello irpino si è messo in regola con il condono e da questo punto di vista è un’azienda all’avanguardia. Possono dormire sonni tranquilli sia il Rimini che la Sambenedettese (che da poco ha ricapitalizzato il club) così come la Fermana dello stesso Battaglioni, che intascherà un bel po’ di contributi dalla Lega visti i giovani valorizzati. Società tranquille comunque vadano le cose, società la cui salute può dipendere da un obiettivo. La Reggiana punta tutto sulla promozione: non dovesse arrivare, la società emiliana dovrebbe rifarsi i conti. E’ un po’ la situazione del Padova e di quei club che hanno speso parecchio puntando tutto su una stagione da vertice per cercare di approdare alla serie cadetta. Il discorso è stato fatto un anno fa dal Benevento, il cui sogno è sfumato in semifinale play-off. Il presidente Spatola è riuscito a confermare gran parte dei protagonisti di una buona stagione, ma in inverno ha ceduto alcuni elementi importanti e dovrà fare altrettanto nel caso in cui nessuno lo dovesse affiancare. A Teramo per ora sono tranquilli, ma se Romano Malavolta dovesse realmente abbandonare la nave, è bene che qualcuno si muova per tempo. Il presidente ha garantito gestioni onerose ma oculate, se dovesse andar via la società si avvierebbe ad un netto ridimensionamento. In casa Martina, viceversa, è già pronto il dopo-Chiarelli: all’orizzonte c’è un nuovo azionista di maggioranza pronto ad investire come ha fatto il presidente degli storici play-off per la B. Tornando in Abruzzo, le cose non vanno bene a Giulianova, peggio a Chieti. In riva all’Adriatico il presidente Quartiglia vuole mollare, e sembra che il collega Mastellarini, impegnato nella Samb, non sia disposto a tornare per rilevare il club. Solo se la squadra riuscirà a conservare la categoria per il decimo anno di fila potrebbe farsi avanti Olivieri, cognato dell’ex patron del Pescara Scibilia. A Chieti la situazione è invece drammatica. I debiti sono tanti, e le azioni del club sono finite sul tavolo del giudice: le reclama Franco Berardi, che denuncia di aver firmato un accordo scritto con Buccilli mai onorato. Da parte sua, l’attuale patron è sicuro di spuntarla ma annuncia che non ne farebbe un dramma nel caso in cui il Tribunale dovesse consegnare il Chieti all’imprenditore bresciano, pronto a pelare da solo una brutta gatta. Sora e Spal faranno i conti a fine stagione: non avendo alle spalle alcun investitore, dovranno fare i salti mortali per mettersi alla pari con le altre. Il discorso non vale per il Cittadella, la cui tranquilla gestione ne assicura l’iscrizione in qualsiasi girone della C. Lo stesso si può dire del Lanciano, una dei pochi club calcistici che negli ultimi anni non è stato mai sfiorato dalla scure dei burocrati. Merito di una gestione che guarda prima al bilancio e poi alla classifica ma che riesce ugualmente a garantire campionati dignitosi. E’ tranquillo il Foggia dopo l’ultima e chiacchierata estate: Coccimiglio sta già programmando una stagione da vertice e non vorrà di certo farsi frenare dai cavilli burocratici. Amaro futuro per la Vis Pesaro: patron Bruscoli non molla la preda, e in barba alle contestazioni dei tifosi ha già annunciato una squadra di giovani per un quasi inevitabile campionato di C2.