PRESIDENTE, I CALCIATORI …

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Ieri Aurelio De Laurentiis è tornato a far sentire il vocione. Niente social network, stavolta la nobile stampa cartacea. E mica una stampa qualsiasi: L’Equipe, il più prestigioso quotidiano sportivo francese. Dalle cui pagine il patron ha detto la sua riguardo alla ripartizione dei soldi dell’UEFA per i diritti TV in Champions: “Bisogna cambiare le regole. Se l’UEFA non vuole farlo, creeremo una Lega autonoma. Platini deve trattare con noi. Tutti sembrano contenti di prendere 40 milioni di Euro, io invece vorrei guadagnarne 150, 200”. In merito alla prima parte della frase, l’idea di uno scisma all’interno dell’UEFA, per quanto suggestiva (oltreché pericolosa), potrebbe sicuramente lasciare il tempo che trova. Meglio non curarsene. C’interessa di più la seconda parte: “vorrei guadagnare 150-200 milioni”. E certo! Tanto alla fine il fatturato del Napoli crescerà per l’ennesima volta, a differenza del livello qualitativo di una rosa che, al contrario, non si sposterà di una virgola. E tale rosa rimarrà sempre incompleta, senza quei tasselli utili a renderla perfetta e impeccabile. Stadio, cheerleaders, sponsor, canale tematico, gadgets di vario genere, feste d’inizio anno: in questi ambiti Don Aurelio ha investito e (forse) investirà. Per i nuovi calciatori, invece, i soldini rimangono impolverati in cassaforte, senza essere spesi. Perché queste ritrosie continue? Mistero irrisolto. E lo definiamo mistero solo per non essere maligni. Anche se a pensar male spesso ci si azzecca.

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