RACCONTO DI UNA GIORNATA ALLO STADIO

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Nella prima domenica di Novembre abbiamo scelto di percorrere insieme ai tifosi del Napoli, il viaggio verso lo stadio.

Nel metrò incontriamo tantissimi ragazzi, dalla faccia pulita, pieni di espressioni decisamente positive, hanno la voglia e la carica negli occhi, sono la frangia più giovane del tifo azzurro, il più grande avrà si e no diciotto anni, già determinati, non vedono altro che l'azzurro del Napoli, simbolo di un riscatto sociale.

Tra una fermata e l'altra, si raccontano le emozioni vissute in questa o quella partita, dal gol di Hamsik a quello del Matador Cavani, leggi nei loro occhi quella luce che splende a 360°.

Sono tutti chi con la sciarpa al collo, chi con la tuta, tutto rigorosamente versione originale, affezionati ai mille ricordi del loro simbolo del loro Napoli.

Sono appena le 12.00 ed alla stazione di piazza Cavour, facciamo un incontro che ha dell'incredibile, incontriamo due ragazzi, li avviciniamo per chiedere le emozioni, le impressioni, sorpresa, scopriamo che non spiccicano una sola parola di Italiano, sono Francesi, i fratelli Capdevilla, entrambi tifosi del Sochaux, squadra che milita nel campionato Francese, dopo la partita della loro squadra, prendono l'aereo e vengono a Napoli per seguire gli azzurri, ci fanno vedere l'abbonamento della loro squadra del cuore, amano Napoli ed il Napoli, ci chiedono di essere immortalati con loro in una foto, da far vedere ai loro amici una volta ritornati a casa.

Gli chiediamo come mai Napoli ed il Napoli e non la Juve o il PSG, ci spiegano che loro odiano le squadre con tanti soldi, non hanno anima, vincono solo perchè sono potenti, se vai allo stadio, devi stare nei settori popolari, tra la gente comune, che soffre, si arrabbia e gioisce per la loro squadre, non a mangiare o fumare comodamente in poltroncina, ecco perchè tifano per il Napoli, vivere la partita in Curva non ha uguali.

Fabrizio, predilige la curva A, insieme al suo amico Andrea, spera oggi in una bella vittoria per poter agguantare la posizione di terzo incomodo.

All'uscita di Piazzale Tecchio le prime bancarelle espongono sciarpe di ogni tipo, maglie, cappellini, in azzurro e rosa, anche i fratelli Capdevilla acquistano la loro sciarpa, soli 5€ per un ricordo azzurro, Super Michelone urla tutto a 5€, Giovanni gli fa eco, il pre partita è anche questo, soprattutto questo.

Lucia, Chiara, Peppe, Gerry e Lucia, vengono da S. Maria la Carità, sono alla prima esperienza dello stadio, ce ne voluto per convincerle, la fede ha fatto il resto.

Sono le 12, 45 percorriamo il tratto che porta dalla curva A verso i distinti, notiamo davanti a noi un nugolo di bambini rigorosamente in divisa calcistica, con tanto di giaccone e tuta, sulle spalle portano il nome della NITRA FC, non parlano Italiano, si avvicinano ad una bancarella per acquistare gadget, chiediamo all'accompagnatore di dove fossero questi bambini e Lui ci dice che sono Slovacchi, che hanno vinto il Torneo Mc Donald's ed a soli dieci anni, questi bambini stavano avendo il loro premio partita, viaggio a Napoli con partita annessa, ma la sorpresa doveva ancora venire, quando chiediamo se Marek fosse a conoscenza della presenza dei bambini, l'accompagnatore dice: "Certo che è a conoscenza, sono il papà di Marek", visibilmente imbarazzati, chiediamo scusa per non averlo riconosciuto e gli facciamo l'in bocca al lupo per il prosieguo della giornata.

Entriamo nel S. Paolo, mentre Giove pluvio ha deciso che sarà una partita bagnata, incontriamo una tifosa azzurra, Antonietta, la quale dice:"Allo stadio si viene solo per la maglia, la Juve forse sta vincendo la battaglia ma non la guerra, spero che il Napoli sia l'avversario giusto per destabilizzare il potere del Nord, spero che questi ragazzi mi facciano vivere le gioie che ho visto solo nelle videocassette, perchè io non ero ancora nata all'epoca del secondo scudetto".

Ore 14,23 entrano gli azzurri sul campo per il riscaldamento, applausi, incitamenti, musica a palla, Signori benvenuti all'inferno della "Torcida Azzurra", c'è Edinson Cavani, l'esplosione è totale, il resto ve lo risparmiamo, tanto è storia già nota.

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