RENICA:"IL MIO NAPOLI POTEVA VINCERE MOLTO DI PIU"

Mimmo Carratelli, popolare giornalista sportivo, è intervenuto a "Sottorete", il newsmagazine sportivo curato dai portali Pianetanapoli.it, Tuttonapoli.net e Napolisoccer.net in onda dal lunedì al venerdì su Radio Stereo 5 a partire dalle 19: "Le ultime dichiarazioni di De Laurentiis su Carraro rappresentano forse la chiusura di un contenzioso, di una guerra che si protrae dall’anno scorso. Può anche essere la promessa dell’applicazione di regole più chiare. Non mi convince l’arbitrio della Figc sui ripescaggi: sarebbero giudizi troppo personali. I campionati si sono sempre retti con un meccanismo ben preciso, l’importante sarebbe applicare questo rispettando rigorosamente le norme. Il Napoli sarebbe favorito, ma diventerebbe un campionato d’elite. Ci sta anche la retrocessione delle grandi squadre, perché poi escludere le piccole dal gioco? Mi sembra un teatro di cartapesta, ed io sono contrario a rivoluzionarie le vecchie regole del calcio. Diamo delle certezze: chi vince va su, chi perde va giù, anche perché un giorno potrebbe anche retrocedere la Juve…Il Napoli in ogni caso può andare in B sul campo. La difesa è buona, ma l’attacco è ancora in crisi. A gennaio, quando si tornerà sul mercato, bisognerà avere le idee ben chiare sul modulo di gioco. Se l’attacco continua a stentare, bisognerà passare ad un 4-4-2 comprando un centravanti di peso. Sosa ha dei limiti di tenuta anche se è un leader a tutti gli effetti. Ci vorrebbe un attaccante esplosivo ma giovane. Il Napoli si sta riorganizzando anche in società. L’ingresso nel club di ex azzurri è una cosa magnifica, questo primo recupero è incoraggiante ma si deve proseguire su questa strada. Sono tanti i vecchi calciatori del Napoli che possono dare tanto a questa società. Uno come Bruno Pesaola è la saggezza fatta a persona, sarebbe utilissimo. Panzanato, Bruscolotti, Juliano, Abbondanza: sono quelli che hanno dato il cuore, oltre che i piedi, al Napoli. A Napoli più comunicazione c’è e meglio è: anche l’ultimo di noi può dare uno spunto utile. Non vedo perché c’è un’ostilità verso un giornalismo giovane che sta crescendo, perché con il tempo questo diventerà anche più professionale ed ironico. Stiamo parlando tanto di lotta alla censura: spero che sia un equivoco, certamente ostacolare l’informazione del web è un atteggiamento che non condivido. Il Napoli non può non ascoltare, la fortuna del Napoli è anche questa grande platea di fan ma anche di critici. Guai a non accettare la critica quando è fatta in maniera garbata ed appassionata". Ferruccio Mariani, allenatore del Pisa, è intervenuto a "Sottorete", il newsmagazine sportivo curato dai portali Pianetanapoli.it, Tuttonapoli.net e Napolisoccer.net in onda dal lunedì al venerdì su Radio Stereo 5 a partire dalle 19: "Il Pisa lo scoprirete quando lo vedrete contro il Napoli. Siamo una squadra molto giovane e che in queste ultime partite ha fatto molto bene dopo esserci tirati da una situazione non bella. Quando si cambia l’allenatore anche la squadra reagisce diversamente. Si è fatto un lavoro essenzialmente psicologico, anche perché la squadra aveva cominciato bene bloccandosi quando i risultati non sono più arrivati. Siamo stati fortunati all’esordio con la Lucchese, poi siamo migliorati anche nel gioco. Domenica affrontiamo la squadra più forte ed organizzata del campionato, almeno sulla carta. La palla però è rotonda, ed il campionato di C è molto difficile. Il Napoli non è una società che deve militare in C1 per blasone e pubblico: dovrebbe stare in serie A. Mi auguro che ricominci a vincere fra quindici giorni. Personalmente ho giocato sette anni nel Pisa, ed ho esordito proprio a Napoli perdendo 2-1 nella stagione ’82-’83. Pasino, l’ex di turno, sta bene e ci offre diverse soluzioni. Peluso ultimamente è l’uomo in più. Noi giochiamo all’attacco perché attaccando si rischia di meno. Giocheremo a viso aperto in uno stadio gremito. Il Napoli avrà come avversari Frosinone e Perugia, anche se gli umbri pagheranno la preparazione affrettata di inizio torneo. Anche Lucchese e Martina possono venire fuori, ma solo il Napoli può perdere questo campionato. Mi auguro che il Napoli possa ripercorrere le stesse orme della Fiorentina". Alessandro Renica, indimenticato azzurro del passato, è intervenuto a "Sottorete", il newsmagazine sportivo curato dai portali Pianetanapoli.it, Tuttonapoli.net e Napolisoccer.net in onda dal lunedì al venerdì su Radio Stereo 5 a partire dalle 19: "Questo Napoli mi sembra una squadra forte, che ha tutte le possibilità per poter vincere il campionato. Il Napoli è quasi obbligato a vincere, anche se vincere un campionato sapendo di vincere a tutti i costi è difficile. L’aspetto psicologico nel calcio è fondamentale, e le aspettative certe volte possono far rendere meno i calciatori. In serie C il Napoli è una supercorazzata, e per questo può avere dei problemi, ma se l’ambiente resterà sereno e tranquillo la squadra verrà fuori alla grande prendendo il volo verso traguardi importanti. Il mio Napoli poteva vincere di più rispetto a quello che ha vinto. E’ mancata la tranquillità e la serenità, magari anche le strutture perché una squadra come il Napoli doveva allenarsi su un centro sportivo con più campi, un impianto più all’altezza della situazione. Non disponevamo di strumenti all’avanguardia: il Chievo oggi non è più un miracolo, e chi vuol capire come sia possibile che è ancora lì, vada a vedere il centro di Veronello in cui si allena. Se avessimo avuto le possibilità di rendere al massimo, avremmo vinto di più. Oggi penso che giocherei nella mia posizione di un tempo, anche se nel nostro campionato il libero tradizionale non si vede più, si "intravede" nella difesa a tre. A Pisa ricordo che presi una randella in testa. Perdemmo sul campo 1-0, i pisani sono molto grintosi e determinati. Per il Napoli non sarà una partita facile. Il 15 marzo 1989, minuto 119′, è passato alla storia, ma non è soltanto quello il ricordo indelebile. Il dispiacere più grosso è quando perdemmo lo scudetto in casa contro il Milan. Non posso spiegare in due minuti quel che è accaduto in un anno. La preparazione del signor Bianchi, la carenza di riserve, un Bagni che non era più in grado di rendere alla grande, il rendimento del MIlan: ci furono molte concause, anche se avremmo meritato tanto di vincere quel tricolore perché offrimmo il calcio migliore della serie A. In ogni caso mi sarebbe piaciuto poter dare un contributo a questo Napoli: ho il patentino di allenatore e mi proporrei ben volentieri, e l’esperienza a Napoli non mi manca".

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