TROPPO BORUSSIA PER QUESTO NAPOLI. E ADESSO SI FA DURA …

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BORUSSIA DORTMUND (4-2-3-1): Weidenfeller; Grosskreutz, Bender, Papastathopoulos, Durm; Sahin, Kehl; Blaszczykoski (68’ Aubameyang), Mkhitaryan, Reus (80’ Piszczek); Lewandowski (89’ Schieber) (Langerak, Hoffmann, Kirch, Günter). All. Klopp.

NAPOLI (4-2-3-1): Reina; Maggio, Fernandez, Albiol, Armero; Dzemaili (62’ Inler), Behrami; Callejón (66’ Insigne), Pandev (76’ Zapata), Mertens; Higuain (Rafael, Cannavaro, Britos, Uvini). All. Benitez.

Arbitro: Velázquez Carballo (Spagna)

Guardalinee: Fernández – Jiménez

IV uomo: Miranda

Arbitri addizionali: Borbalán – Del Cerro Grande

Marcatori: 10’ rigore Reus (B), 60’ Blaszczykowski (B), 70’ Insigne (N), 78’ Aubameyang (B).

Ammoniti: Fernandez (N), Higuain (N), Albiol (N), Pandev (N), Kehl (B).

Recupero: 2’ pt, 3’st.

Niente impresa, nemmeno il miraggio di quel punto che sarebbe servito matematicamente a gridare ‘hurrà’ e pensare placidamente agli ottavi di finale. Il Napoli cade contro il Dortmund, sepolto da tre reti, e precipita in un destino europeo che si giocherà tutto sul filo di lana, dacché adesso, per essere sicuri della qualificazione, servirà battere l’Arsenal con tre goal di scarto; o comunque vincere e contemporaneamente sperare che il Borussia non passi a Marsiglia il prossimo 11 Dicembre: un’eventualità poco probabile. Non ha giocato malissimo la Benitez Band, non ha sfigurato come contro Juventus e Parma, eppure ha perso, condannata dalla concretezza e dalla migliore organizzazione della squadra di Klopp, ma anche dai suoi limiti, concentrati in quei giocatori che o non hanno il quid per fare grande il Napoli (ai soliti Pandev e Maggio si aggiungono anche Dzemaili e Armero) oppure vivono un momento negativo, tipo Higuain e Callejon. Salvi solo Reina, bravo a evitare un passivo ben più pesante, e Insigne, autore di una piccola perla che aveva riacceso la fiammella sullo 0-2. Fiammella poi spenta dal lob di Aubameyang che ha mandato all’inferno gli azzurri.

Ai nastri di partenza, nonostante i mugugni post-Parma (o dovremmo dire anche post-Juve …?), Don Rafael non cambia modulo. I centrocampisti rimangono due, con l’unica novità di Dzemaili al posto di Inler che parte dalla panca, ove si accomodano anche Insigne e Britos. Al posto dell’uruguagio c’è Fernandez al fianco di Albiol, spalleggiati da Armero e Maggio, mentre in attacco, stante l’infortunio di Hamsik, ecco di nuovo Pandev come trequartista centrale, con Mertens, Callejon e Higuain unica punta. Benché spavaldo alla vigilia, anche Herr Klopp ha i suoi grattacapi, alle prese con le defezioni difensive di Hummels, Schmelzer e Subotic. Dunque come centrali ci sono Bender, centrocampista riarrangiato difensore, e l’ex genoano Papastathopoulos, sugli esterni l’onnipresente Grosskreutz e Durm, 21enne scuola Saarbrucken. I mediani Sahin e Kehl (quest’ultimo assente al San Paolo all’andata) agiscono alle spalle dell’immutato quartetto Blaszczykowski-Mkhitaryan-Reus-Lewandowski. Emergenze a parte, i tedeschi cercano di fare la partita, i partenopei non rimangono a guardare e aggrediscono con ordine i loro avversari, anche se nei primissimi minuti non fanno molto possesso palla. Ma gli errori sono in agguato per gli azzurri, e si materializzano sotto forma di ingenua trattenuta di Fernandez a Lewandowski su corner, dato che ancora una volta lì dietro s’ignora la palla e si pensa a frenare l’avversario con ogni mezzo. Il tutto avviene in area: in Italia nessuno ci farebbe caso, o quasi, in Europa invece quello è rigore, e Reus dagli undici metri è di ghiaccio. Dopo 10’ il Napoli è già sotto: di nuovo una partenza ad handicap, dunque, come a Londra. E difatti Maggio e compagni vanno immediatamente in tilt. Tre minuti dopo la rete tedesca è Lewandowski, imbeccato da Mkhitaryan e solo dinanzi a Reina, a sprecare malamente calciando a lato di destro. Al 17’ è ancora il turno di Reus: su punizione dal limite trova un bel destro a giro, bella la risposta di Pepe in angolo. E la reazione degli azzurri? A tratti disperata e generosa, il più delle volte imprecisa e fiacca, specie in fase d’impostazione. Un’occasione, tuttavia, il Napoli l’avrebbe al 23’, peccato che Pandev, servito da Higuain di sponda, arrivi al limite dell’area ma strozzi male il mancino, consentendo l’intervento facile di Weidenfeller. Fuoco di paglia? Nossignori: al 25’ Mertens pesca il Pipita, il tuffo dell’argentino non gli consente di colpire forte di testa: in bocca al portiere. Crescono gli azzurri e al 29’ pagano un forte debito con la sfortuna: Higuain intravede Callejon sulla destra, lo spagnolo approfitta del liscio di Papastathopoulos, s’invola verso il fondo, ubriaca Durm e tenta di piazzarla col piattone tra Weidenfeller e quel maledetto palo che si oppone alla sua conclusione. Il Borussia non rimane fermo, dacché spesse volte il Napoli si dimentica di aggredire i gialloneri all’istante. Al 32’ Lewandoski si trova la mattonella dal limite e il suo destro sibila il palo. Due minuti e Mkhitaryan si fa tutta la metà campo azzurra a 100 all’ora prima di scaricare una conclusione deviata da Reina con un colpo di Reina. E l’ex Liverpool si ripete al 35’, ancora su Lewandowski: il polacco sfrutta in area un goffo intercetto di Maggio e tenta il rasoterro, il portiere spagnolo ci mette il corpo per evitare il raddoppio tedesco. Nel momento più delicato il Napoli perde il controllo dei nervi: a Fernandez e Higuain, già ammoniti in precedenza, il signor Carballo, evidentemente intontito dalla bolgia del Westfalen, mette sul taccuino prima Albiol (giustamente, per un fallaccio di Mkhitaryan), poi Pandev e Kehl (forse esageratamente) per reciproche scorrettezze. E che i ragazzi di Benitez si facciano prendere dalla frenesia lo si capisce al 43’, allorquando, su lancio lungo di Callejon, Pandev trova in area la palla buona tra i difensori imbambolati del Borussia, ma serve troppo lungo Higuain, che non impatta sulla sfera. Ma imbambolata è anche la difesa azzurra, spesso presa d’infilata dalle frequenti incursioni del solito Mkhitaryan, di Reus, di Blaszczykoswki. Il Napoli però chiude il primo tempo in attacco, lì dove Armero dai 25 metri lascia partire una fucilata col mancino che Weidenfeller respinge in corner con un colpo di reni. All’intervallo rammarico misto a remota speranza: così com’è il Napoli non è da ricovero, ma i soliti difetti di questa squadra suonano come una condanna ad vitam.

Si ricomincia senza cambi. Pronti via, e Mertens tenta la sorpresona dal limite dopo 40 secondi, anziché servire Higuain lì vicino: abbondantemente a lato. E’ a ogni modo il segno che il Napoli vuole rimettere le cose a posto, tanto che gli azzurri si buttano coraggiosamente in avanti a spron battuto. Mertens tenta di velocizzare il ritmo, Higuain si danna nel tentativo di tenere la palla viva, talvolta accorciando la sua posizione, Callejon prova a svegliarsi, mentre chi continua a dormire è ancora una volta Pandev, praticamente inutile alla costruzione del gioco. Ma così facendo per il Borussia si liberano praterie. Prima Reus al 53’, al termine di una ficcante azione costruita dai suoi colleghi di reparto, fa la barba al palo di sinistro. Poi, un minuto dopo, Lewandowski, pescato da Blaszczykoswki, viene stoppato sotto porta dalla provvidenziale scivolata di Maggio. Gli azzurri si squagliano. Reus, ancora su punizione, costringe Reina a respingere oltre la traversa (56’). Mkhitaryan semina il panico sulla sinistra, ma calcia debole, consentendo ad Albiol di intervenire giusto in tempo sulla linea di porta (59’). Sahin spara dal limite col mancino, Reina blocca (60’). Nulla, forse, in confronto a quel che si divora Higuain al 61’: l’assist di Mertens è al bacio, ma il Pipita tira addosso a Weidenfeller uscitogli incontro. La dura legge del goal, tuttavia, colpisce spietata quando si mette testa dall’altra parte: il contropiede del Borussia è mortifero, la freddezza di Blaszczykowski davanti a Reina, sul bel passaggio di Reus, è chirurgica. Sotto di due reti, il Napoli sembra morto, benché Benitez cerchi di rimediare inserendo nel giro di pochi minuti Inler e Insigne al posto degli imprecisi Dzemaili e Callejon. Lo svizzero prova a sorprendere Weidenfeller con un destro da fuori (63’), mentre dall’altra parte prima Bender di testa (64’), poi ancora Reus con un destro dai 28 metri (67’), infine Mkhitaryan sempre di testa su cross di Durm (69’) sfiorano la terza rete. C’è Insigne, però, il tanto vituperato ragazzino: Higuain lo serve bene, il frattese s’inserisce in area e con un diagonale preciso supera Weidenfeller. Si riaccende la speranza per gli azzurri, e Benitez ci crede, gettando nella mischia Zapata. Ma allo stesso modo prende luce anche la lampadina di Klopp, che toglie l’acclamato Blaszczykowski lasciando spazio ad Aubameyang. L’ex milanista, sull’ennesima azione di rimessa del Dortmund, s’invola verso la porta, ma si lascia ipnotizzare da Reina (74’). E’ destino, nondimeno, che la difesa del Napoli come al solito voglia concedere un regalo: stavolta il donatore è Armero, il quale disimpegna sul piede proprio di Aubameyang, che scambia con Lewandowski, penetra in area da destra e con un pallonetto morbido elude Reina. I partenopei stavolta si spengono definitivamente. Tutto quel che riescono a fare sono l’usuale conclusione di Inler dai 25 metri col mancino respinta di pugno da Weindefeller (81’), una fiacca conclusione a controbalzo di Zapata in bocca al portiere (82’) e una bella conclusione a giro di Insigne, respinta ancora da Weidenfeller, quando ormai siamo già ai titoli di coda. Un po’ prima il peperino Mkhitaryan aveva colpito il palo esterno. Game over, in tutti i sensi, nonostante a tratti il Napoli abbia dato l’impressione di non demeritare dinanzi ai vice-Campioni d’Europa. Ma adesso serve l’impresa contro la banda-Wenger, nella speranza che il Marsiglia abbia una reazione d’orgoglio al Velodrome.Tuttavia la botta è pesante e sa di uscita di scena, o di retrocessione in Europa League, per essere più fini. Siamo alla terza scoppola consecutiva. Da parte di tutta la squadra (non escluso lo stesso mister) il dovere di scuotersi subito, da parte di qualcun altro (inutile fare nomi …) il dovere di puntellare la rosa con innesti adatti a un alto respiro europeo.

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