BRINI: "NAPOLI, DEVI IMPORRE IL TUO GIOCO"

Fabio Brini, 48 anni, allena oggi la Ternana (serie B). Due le promozioni nella sua carriera, entrambe ottenute attraverso i play-off: nel ’96-’97 con l’Ancona (2°) dalla C1 alla B e, sempre con l’Ancona (2°), nel ’99-’00 dalla C1 alla B.Quanto è importante il piazzamento finale conquistato al termine della stagione regolare?"È importante se si pensa che a seconda del piazzamento gli avversari sono più o meno abbordabili, però può succedere che arrivare secondi ad un punto dalla prima può demoralizzare così come può galvanizzare tutto l’ambiente riuscire a strappare la quinta posizione all’ultima giornata.

Così magari la seconda classificata, comprensibilmente delusa, si troverebbe ad affrontare una quinta su di giri e ne potrebbe venir fuori un risultato a sorpresa".Un vantaggio e uno svantaggio per chi arriva secondo. "Lo svantaggio l’ho detto prima, il vantaggio è che la seconda posizione ti da la possibilità di affrontare il doppio match senza l’assillo della vittoria ad ogni costo proprio perché in virtù del tuo migliore piazzamento puoi andare in finale anche se le pareggi entrambe".E per chi arriva terzo, riesce a trovare un vantaggio?"Anche qui affrontando la quarta classificata hai il vantaggio di poter accedere con un doppio pari, ma poi in finale puoi sempre affrontare la seconda che si è piazzata meglio alla fine della stagione. In ogni caso, secondo, terzo o quarto conta relativamente, i play-off sono un mondo a parte e lì devi dimenticare tutto ciò che hai fatto prima".Come gestire un match che si gioca in 180 minuti? Giocarsi tutto all’andata o essere prudenti per poi puntare sul ritorno?"La squadra che in un certo senso parte favorita deve cercare di archiviare la pratica subito, è molto rischioso fare calcoli oppure basarsi su quello che potrà succedere poi. Dopo è un’altra partita, l’avversario magari preso sottogamba può avere nuove motivazioni e può creare delle difficoltà non preventivabili all’inizio"Come si gestisce il gruppo (e la gara) dal punto di vista mentale?."Questa è la parte più difficile perché tutti devono essere concentrati al giusto livello. Se i ragazzi hanno già giocato e vinto all’andata non bisogna credere che sia già fatta, così come se hanno perso bisogna tenerli su per convincerli che non è ancora finita. È in prove come queste che si vede un vero gruppo.

Per quanto riguarda la gara è ovvio che tutti devono remare nella stessa direzione e qui magari subentra il discorso di prima e cioè se predisporre la squadra affinché aggredisca subito l’avversario, oppure attenderlo e colpirlo in contropiede".Quale può essere il punto di forza del Napoli negli spareggi? E quale un suo punto debole o limite?

"Per il Napoli i punti di forza possono essere gli stessi che ha in campionato. Mi spiego: quel cuore, quella stessa carica agonistica che gli hanno permesso di vincere parecchie partite negli ultimi minuti, l’esperienza di un tecnico navigato come Reja e poi un pubblico come quello del San Paolo che sicuramente può rappresentare un’arma in più.

Punti deboli o limiti non è che ne veda molti, anzi, Reja ha una rosa sicuramente all’altezza della serie B quindi credo proprio che ce la farà.

Piuttosto, essendosi la squadra molto rinforzata nel mercato di gennaio, vi sono calciatori che non hanno effettuato insieme la preparazione e questo potrebbe effettivamente essere un limite, ma ripeto la forza della rosa è tale che può sopperire anche a questo".

Il Napoli dovrà più temere se stesso o l’avversario?

"La B immagino fosse stato all’inizio di stagione l’obiettivo obbligato. Poi bisogna vedere se arrivarci per promozione diretta o tramite playoff.

Io credo che la squadra non pensi più al primo posto già da un po’ di tempo, quindi è mentalmente proiettata verso i playoff ed entrando in questa condizione non vedo chi possa temere. Temere sé stessi? Beh, i black-out possono sempre arrivare ma è un rischio per tutti".Un segreto o un consiglio per vincere gli spareggi

"Segreti di sicuro non ce ne sono. O chissà, una squadra può tirar fuori delle motivazioni che alla vigilia sembrava non avere e quindi trasformarsi per incanto. Il consiglio è aggredire subito l’avversario, non farlo ragionare, e cercare di fare subito propria la partita".

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